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Diritti digitali, la soluzione di Apple

Si chiama Fairplay, un nome che è tutto un programma, il sistema di protezione dei diritti digitali utilizzato da Apple per proteggere le canzoni di iTunes Music Service. A rendere note alcune delle sue caratteristiche sono stati nel corso della giornata di ieri alcuni siti, dopo che lo stesso Jobs aveva affrontato solo di sfuggita l’argomento.

Fiarplay, da quanto si è appreso, è una creazione specifica di Apple che fonda buona parte del suo potere di deterrenza su due elementi fondanti: AAC, lo standard di compressione digitale usato da Cupertino, e il sistema di autenticazione richiesto per l’acquisto di ciascuna canzone, con l’aiuto dei tag di identificazione (a livello hardware) che possiede ogni computer.

Sempre dalle frammentarie notizie che è stato possibile raccogliere in rete ciascuna canzone viene “personalizzata” al momento dell’acquisto, includendo i dati dell’account di chi ha effettuato il download, certificandosi. Questi elementi permettono la riproduzione su tre differenti computer, evidentemente mediante un sistema che si “imprime” nella canzone stessa. Quando la canzone viene riprodotta su un quarto computer questa rifiuta di suonare a meno che non venga “decertificata” su uno dei precedenti tre computer.

Questa operazione di certificazione e desertificazione viene attuata mediante iTunes.

Una spetto molto importante da tenere a mente se e quando il servizio di download musicale arriverà  anche da noi, è che la formattazione del disco non deautorizza il computer. Quando si vende o si cede la macchina o anche semplicemente se il vostro computer è accessibile in un luogo non strettamente personale, dunque, diventa essenziale deautorizzare iTunes in maniera manuale. In caso contrario correste il rischio, perso il controllo su uno dei computer autorizzati, di esaurire le ridurre le possibilità  di certificazione con vostro ID a due sole e in prospettiva persino di non essere più in grado di suonare le canzoni che possedereste legalmente.

Un secondo sistema di protezione, sempre fondato su Fairplay, è l’impossibilità  di masterizzare per più di 10 volte un playlist. E questo vale anche quando, avverte Apple, in una playlist è presente una canzone acquistata da iTunes Music Service, il suo sistema di protezione impedisce che l’intera playlist venga masterizzata più di 10 volte.

Cupertino, ben comprendendo che però esiste un problema di back up, ha studiato un metodo per salvare le canzoni senza correre il rischio di esaurire in breve tempo il numero dei “bonus” per la masterizzazione di CD. In iTunes 4 è ora possibile creare un CD (on un DVD) come dati. Il bottone “crea” presente in preferenze permette ora di produrre CD di dati (non solo MP3 o Audio). Una playlist masterizzata su un CD di questo tipo non rientra nel computo delle 10 consentite. Di fatto in questo modo un computer, qualunque sia, non sarà  in grado di suonare la playlist (anche se potrebbe essere in grado di funzionare su un qualunque lettore CD o DVD)

Per quanto riguarda iPod restano in vigore tutte le limitazioni precedenti; non si può usare, di fatto, il riproduttore MP3 per portare canzoni da un computer all’altro; non è possibile trasferire canzoni da iPod ad un computer. Le canzoni scaricate da iTunes Music Service, invece, possono essere caricate e suonate su un numero a piacere di iPod.

Insomma, Fairplay non è sicuramente il “cerbero” utilizzato da altri servizi di download musicale che, in alcuni casi neppure permettono la masterizzazione su CD, ma pare complesso abbastanza per rendere difficile la copia e lo scambio dei file per gli utenti “casual”. Difficile pensare che la stessa cosa si possa dire per gli smanettoni “professionali” o per coloro che amano frugare in Internet alla ricerca di utilità  più o meno legali o che vogliono a tutti i costi usare la rete per commerciare la musica. In questi casi i sistemi di deterrenza, dando per scontato che non esiste alcuna protezione sicura, deve essere la coscienza di ciascuno e, nei casi più esasperati, la legge. La stessa Apple ha più volte detto che la copia di musica in rete è una questione di atteggiamento e di educazione prima che un problema di carattere tecnico.

Una posizione che, con la loro benedizione al servizio offerto da Cupertino, paiono ora condividere anche le case discografiche e persino la un tempo molto riluttante RIAA.

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