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Fisica particellare, Mac e VMware nel progetto LHC del CERN

Un numero consistente e in continua crescita di scienziati del CERN di Ginevra utilizza sistemi desktop e portatili marchiati Apple. In particolare i Mac hanno trovato terreno fertile tra i ricercatori di fisica particellare che lavorano al progetto Large Hadron Collider, siglato LHC, uno dei più importanti esperimenti che sfrutta l’acceleratore sotterraneo lungo 27 chilometri e che funziona alla temperatura di -271 gradi centigradi.

L’impiego dei Mac al CERN di Ginevra emerge da un comunicato stampa rilasciato da VMware alcuni giorni fa. La società  specializzata in soluzioni e software per la virtualizzazione dichiara che le tecnologie VMware sono utilizzate dagli scienziati del progetto LHC per lavorare con computer Mac su cui viene eseguito il codice Linux condiviso tra tutti i partecipanti del progetto. Inoltre, grazie alla virtualizzazione, anche i Mac possono accedere al sistema LHC Computing Grid, una rete composta da oltre 150 centri di calcolo, per un totale di circa 40mila CPU, che gestisce 15 petabyte di dati ogni anno generati dagli esperimenti.

Altri dettagli interessanti sull’impiego dei Mac presso il CERN e il progetto LHC sono stati illustrati alla redazione da Dario Tiveron, professione fisico, appassionato Apple e lettore di Macity: “La scelta di macchine Apple ricade sul fatto che il sistema operativo è fondamentalmente basato su un cuore Unix, cosa che permette un’ottima integrazione con i sistemi Linux”.

Di fatto al CERN esiste un ambiente informatico eterogeneo composto da PC, Mac e dal sistema Grid LHC. Le qualità  di affidabilità  e facilità  di utilizzo della Mela sono apprezzate sempre più anche dagli scienziati che desiderano utilizzare i sistemi Apple non solo per il tempo libero ma anche per la loro professione.
Questo oggi è reso possibile grazie alle caratteristiche della piattaforma di Cupertino e dalla virtualizzazione. La soluzione VMware offre prestazioni in ambiente virtuale non solo in grado di gestire software e applicativi per gli utenti “normale” ma anche per sopportare la mole di lavoro e di calcolo richiesta per la gestione di un esperimento così complesso come quello dell’acceleratore LHC.

Il fisico Tiveron sottolinea che l’adozione dei Mac da parte degli scienziati del progetto LHC evidenzia: “… come effettivamente – e non più solo tra studenti, docenti e ricercatori – anche nella ricerca di frontiera stiano prendendo sempre più piede le tecnologie Apple ed i software che vi orbitano attorno”.

Macity ringrazia Dario Tiveron per la gentile segnalazione.

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