Gli Stati che si oppongono alla mediazione vogliono la distruzione di Microsoft.
Ormai la linea difensiva di Redmond è chiara e a ripeterla e rafforzarla ieri si è impegnato anche in prima persona Bill Gates.
Il fondatore della società delle finestre, come previsto, è apparso di fronte alla corte preceduto da un tomo da 150 pagine che conteneva la sua posizione: è impossibile per ragioni pratiche, di opportunità e logistiche, separare il cosiddetto middleware (le varie applicazioni che fanno da corredo al sistema operativo) da Windows, farlo vorrebbe dire provocare il caos e in definitiva danneggiare gli utenti finali.
Durante l’interrogatorio, condotto dai suoi avvocati che lo avevano convocato di fronte alla corte, Gates ha poi aggiunto che l’integrazione di prodotti come Internet Explorer e Windows Media Player è di fatto la naturale evoluzione dell’OS e la loro separazione sarebbe come pretendere di riportare indietro la tecnologia di 10 anni e disincentivare il progresso.
Gates, che era accompagnato dalla moglie Melinda, ha esaltato i meriti di Microsoft nell’unificazione del mondo dell’industria informatica sottolineando che la strategia .NET, possibile solo con Windows concepito com’è attualmente, darà il via a nuovi investimenti.
Anche di fronte alla corte Gates ha poi ribadito quanto messo per iscritto affermando che le varie versioni di Windows che scaturirebbero dalla separazione di IE e altri prodotti da obbligherebbero gli utenti e gli sviluppatori a confrontarsi con un universo fatto di un migliaio di versioni diverse determinando anche un degrado delle prestazioni del sistema operativo.
Il rivelare i codici di Windows più di quanto non siano oggi noti, significherebbe consegnare ai concorrenti di Microsoft sul prodotto più importante disincentivando la società a fare innovazione distruggendola nei fatti come società tecnologica.