Microsoft avrebbe abusato dei termini dell’accordo con il Dipartimento di Giustizia per imporre termini restrittivi ad alcuni produttori di PC. L’accusa arriva dagli Stati ‘ribelli’, quelli che non hanno sottoscritto con il DOJ la mediazione che ha messo pace tra alcuni dei contendenti nel caso per esercizio illegale del monopolio.
L’accusa degli Stati è emersa nel corso della giornata di ieri, quando un documento che mira ad esporre le presunte colpe di Redmond è stato presentato alla giudice Kollar-Kotelly. In base all’opinione degli Stati ‘Microsoft fondandosi sui vantaggi ad essa offerta dalla mediazione ha potuto imporre termini di licenza molto più onerosi ai produttori di PC’. In particolare l’accordo impedirebbe ai produttori PC di impugnare alcuni loro brevetti hardware di fronte a Microsoft. In seguito a questo fatto gli Stati chiedono la possibilità di essere ascoltati nel corso della audizione che dovrà decidere della approvazione della mediazione e sui cui è chiamata a pronunciarsi la stessa giudice Kollar-Kotelly. ‘L’accordo ‘ dicono gli Stati ‘ invece che abbattere il potere di Microsoft fa l’esatto contrario. I principali 20 produttori di PC sono insoddisfatti di esso’
Microsoft ha replicato accusando gli Stati di distorcere i fatti. ‘Dire che Microsoft beneficia di vantaggi dalla mediazione ‘ ha detto il portavoce Jim Desler ‘ è semplicemente riportare il contrario delle cose.’ Secondo Microsoft gli accordi cui fanno riferimento gli Stati sono utilizzati da anni e già sottoposti alla revisione degli organismi americani ed europei.
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Gli Stati: Microsoft impone clausole capestro ai produttori di PC
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