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Graffi all’iPod nano, la causa è ora internazionale

Anche chi risiede al di fuori degli USA può ora unirsi alla causa intentata contro Apple per l’eccessiva facilità  con cui la superficie di iPod nano si graffia. Ad annunciare che presso la corte distrettuale del Nord California è stata aperta una class action che accetta clienti internazionali intenzionati a chiedere un risarcimento ad Apple in conseguenza di un presunto difetto del rivestimento del player è lo studio legale Hagens Bermans Sobol Shapiro , basato a Seattle, che assieme a David P. Meyer & Associates sta seguendo il caso.

Secondo quanto si apprende da un comunicato , lo scorso venerdì consumatori residenti in Messico e Gran Bretagna, hanno presentato un esposto al tribunale competente, segnalando, come già  fatto da diverse migliaia di clienti americani, avanzando la tesi che i materiali usati dal lettore di Cupertino sono tali da renderlo eccessivamente prono ai graffi anche se viene trattato con cura; i particolare lo strato plastico protettivo è troppo sottile. Questo difetto, sostengono i querelanti, era noto ad Apple che non ha fatto nulla per eliminarlo prima delle produzione di serie al fine di accelerare l’arrivo sul mercato del player.

Secondo l’avvocato Steve Berman, che ha assunto la guida del procedimento sia per il gruppo di clienti americani che per quelli internazionali, la decisione di aprire anche ai residenti al di fuori degli USA la class action (che prende il nome del primo cliente ad averla aperta, Ben Jennings) deriva dalla grande richiesta avuta da parte di cittadini di vari paesi del mondo che hanno manifestato la loro intenzione a procedere contro Apple.

La causa collettiva internazionale, come tutte quelle di questo genere che negli USA sono molto comuni, mira a far sì che i querelanti vengano ricompensati da Apple in denaro o in termini equivalenti, con buoni acquisto e sconti su prodotti inerenti la causa. A differenza di altre nel caso dei graffi all’iPod nano gli avvocati che seguono il caso, richiederanno ai giudici di valutare a risarcimento anche una percentuale dei profitti spuntati sull’iPod nano, oltre che quanto dovuto a ricompensa dei danni e a sanzione per non avere corretto il difetto in tempo.

Ricordiamo che le class action, un importante strumento di rivendicazione dei consumatori americani, come in questo caso, sono normalmente innescate dagli studi legali che raccolgono adesioni da parte del maggior numero possibile di querelanti traendo, in caso di buone esito della vicenda, una percentuale dal risarcimento danni per ciascun cliente rappresentato.

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