Se Real, con la sua iniziativa OpenSource, intende imitare quello che Apple ha fatto e ottenuto con l’open sourcing del codice dello Streaming Server di QT, ci pensi bene. Questo l’ammonimento che pare emergere da un lungo articolo pubblicato oggi da C/Net.
Il sito di informazione tecnologica, che analizza la strategia Helix di Real, conclude infatti che la scelta OpenSource di Cupertino è stata caratterizzata, a dir poco, da un accoglimento piuttosto freddo e in ogni caso non ha sicuramente indotto uno stuolo di seguaci del movimento a precipitarsi sulla tecnologia QuickTime
La responsabilità dello scarso successo dell’iniziativa Open Source sul software server di QuickTime, sostiene l’analista di Jupiter Michael Gartenberg, deriva essenzialmente dal fatto che la stessa Apple non avrebbe abbracciato questa causa con enorme entusiasmo. “Erano più interessati ad essere associati al mondo dell’Open Source, allora molto alla moda, che ad aprire realmente QuickTime”, ha detto Gartenberg.
Numerosi altri analisti e anche alcuni concorrenti, come la stessa Real, sostengono che QT Server non ha fatto passi avanti rispetto a quando il suo codice era interamente proprietario. “La loro quota di mercato – ha detto Dan Sheeran, responsabile del settore media di Real – era irrilevante prima della scelta Open Source e resta irrilevante oggi”
Apple, ovviamente, contesta questa tesi indicando a conferma delle sue tesi il grande numero di download del codice (400.000 dal rilascio avvenuto nel 1999) e i numerosi sviluppatori che si sono dedicati ad esso. Tra questi secondo Apple ci sarebbero Sun, Xerox e IBM.
“Da un punto di vista generale – dice a C/Net Rhonda Stratton, product manager di QuickTime – abbiamo avuto aiuto per riparare ai difetti di programmazione. Dal punto di vista strategico la scelta Open Source ci ha aiutato a capire quali siano le piattaforme di riferimento». Secondo Apple l’open sourcing consente anche di aggiungere funzionalità senza fare interamente tutto il lavoro
In ogni caso, almeno stando agli analisti, la strada che sta percorrendo Real è differente. La richiesta di portare nel campo Open Source il codice sorgente del player ha quale presupposto l’esigenza di fornire una risposta rapida a tutti coloro che vogliono aggiungere un sistema compatibile con gli standard di Real ai loro dispositivi senza passare necessariamente per la stessa Real. Basta firmare l’accordo di licenza e mettersi al lavoro in proprio.
La vera sfida, dice l’articolo di C/Net, per Real è quella di riuscire a convincere la comunità Open Source a produrre software che sia universalmente compatibile e certificabile come tale dalla stessa Real con il codice originale e con i file mandati in streaming dai server Real. In caso contrario il progetto Helix potrebbe divenire una sorta di Torre di Babele ingovernabile e di ben poca utilità alla diffusione dello standard.