In pratica, il sogno di qualunque scuola. Un unico computer al quale sono collegati quattro monitor, quattro tastiere e quattro mouse. Pilotato da un sistema operativo multiutente, com’è Linux, permette di ridurre in modo radicale i costi: almeno del 60%
Non c’è bisogno di andare in Africa o in altre parti disastrate del mondo per capire che anche tante scuole dei cosiddetti paesi ricchi o paesi industrializzati, dove continuano ad allignare sacche di ritardi tecnologici, analfabetismo, povertà , potrebbero farne tesoro. Ma invece il progetto di Hp è stato pensato per gettare una piccola goccia nel deserto avido di aiuti – con poco coraggio per quanto riguarda la validità della soluzione.
Infatti, i sistemi, chiamati Multi-User 441, rappresentano non solo una specie di progetto pilota ma anche una forma molto economica di potente pubblicità per l’azienda. Che in questo modo non risolve i problemi delle scuole del Sud Africa, dove il progetto pilota è ambientato, e genera oltretutto confusione nel mercato. Il segnale che arriva, infatti, è che le soluzioni tecnologicamente capaci di influire sui parametri di costo (e anche sulla tutela dell’ambiente, dato che si riduce a un quarto il numero delle schede madri in circolazione) ci sono e sono praticabili. Ma, chissà perché, non vengono praticate o lo vengono solo parzialmente, per andare in vetrina.