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IBM e Motorola, fragile tregua?

La notizia è particolarmente importante perchè taglia le gambe ad una serie di altre indiscrezioni secondo le quali Big Blue aveva detto sì alle richieste di Apple per andare in soccorso di Motorola nel fornire i chip per le macchine di fascia alta, ma solo a condizione di poter utilizzare il velocity engine in future implementazioni di PPC. Tra queste alcune fonti citavano Dolphin, la nuova consolles di Nintendo.
Invece, a quanto pare, non sarà  affatto così. G4 e Altivec andranno di pari passo anche per IBM (e non potrebbe essere altrimenti) ma il set specializzato nella garfica non andrà  al di là  di questo episodio, almeno per IBM. Non vedremo mai, quindi, un G5 di IBM con Altivec e non vedremo mai chip PPC diversi da quelli prodotti da Motorola con il Velocity Engine.
Che cosa questo significa è piuttosto semplice. Da una parte se Motorola vorrà  continuare anche in future implementazioni, come ad esempio in G5, a produrre chip con Altivec dovrà  farlo da sola, come da sola aveva cominciato, dall’altra IBM non pone grande rilevanza nei set di istruzioni supplementari per dare più potenza ai suoi chip.
In verità , a ben guardare, più che di una vera e propria novità  si tratta solo di una conferma di quanto alla IBM si proclama da parecchio tempo con i fatti. Nuove tecnologie per “l’incisione” dei chip, nuovi sistemi di isolamento, nuovi chipset. Non passa praticamente settimana senza che Big Blue presenti una novità  in questo settore e alcune di queste sembrano in grado di proiettare realmente molto in alto la velocità  reale e nominale dei chip PPC. E’ il caso, solo per fare un esempio, dei processori SOI, Silicon on Insulator, che dovrebbero marciare con basso consumo e con basso riscaldamento e dunque riuscire a raggiungere velocità  molto più alte delle attuali.
In fondo, come fa notare anche l’articolo di ZDNet, si tratta di una divaricazione di strategie che ha motivazioni profonde. Da una parte Motorola punta sul mercato dei sistemi integrati (come telefoni cellulari, set-top-box, palmari) i cui chip hanno reali benefici da set supplementari di istruzioni. Dall’altra IBM continua a guardare con interesse al settore dei server dove quello che conta non sono i set alla AltiVec ma la potenza reale, i MHz o meglio i GHz.
Insomma se qualcuno aveva sospettato che la biforcazione delle strade tra Motorola e IBM su G4 potesse essere stata ricomposta dalla notizia che quest’ultima aveva infine accettato di produrre i chip di Motorola, fosse solo una tregua e che i due essenziali membri dell’alleanza AIM sarebbero restati separati in casa, forse trova una conferma nei proclami di IBM su AltiVec.
Che cosa questo possa significare per il futuro della piattaforma PPC è difficile da dire. Le ipotesi che si possono fare sono infatti molte, nessuna di queste per ora appresenta altro che una semplice opinione. Forse un’idea precisa non potremo farcela che tra un anno e mezzo, quando dovrebbe fare il suo debutto G5, già  annunciato da Motorola ma non, per ora, da IBM. Fino ad allora la speranza è che la guerra fredda che continua non finisca per danneggiare l’incolpevole Apple che ha bisogno di chip più veloci e potenti per contrastare una concorrenza sempre più agguerrita nel settore PC.

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