Pensando all’evoluzione dei Sistemi Operativi di casa Apple, salta all’occhio come l’avvento di Mac OS X, sia stato qualcosa di completamente nuovo rispetto al passato. Il Sistema derivato da UNIX, infatti, nel corso di questi anni è stato sviluppato a braccetto con le nuove tecnologie di volta in volta implementate nei microprocessori.
Altivec è una parola che mal si sposa con il passato Mac OS 9; ma anche pensare a PowerMac 9600 MP, Daystar Genesis, Umax Nextgeneration, sono tutti nomi che richiamano alla mente le non sfruttate capacità di calcolo dei sistemi multiprocessore di appena sette anni fa. Mac OS X è stato diverso anche in questo.
Pur derivando dal Kernel stagionato di UNIX, la carta vincente del nostro Mac OS X è stata quella di ringiovanirsi di volta in volta, abbracciando il supporto di tutte quelle nuove caratteristiche tecnologiche fornite dai G4 prima e dai G5 adesso.
Il Kernel rinnovato di Tiger, basato su una versione di FreeBSD superiore alla 5.2.x, ad esempio, fornirà un supporto ancor più ottimizzato per l’architettura multiprocessore, resuscitata da Cupertino negli ultimi anni. Ciò sarà ancor più evidente per i sistemi server che potranno fornire file con rinnovata efficienza.
I G5 funzioneranno a pieno regime, legati a doppio filo al Sistema Operativo grazie alla doppia struttura a 64 bit, compatibile all’indietro con le applicazioni a 32 bit. L’indirizzamento della RAM a 64 bit, potrà far manipolare al Sistema una quantità di memoria difficilmente immaginabile: ben 16 exabyte di memoria virtuale (exa è 10 elevato alla 18), con tutti i vantaggi derivanti da una simile potenza.
Il settore del networking, vero tallone di Achille del Mac OS tradizionale, sarà ancora una volta riscritto migliorando le comunicazioni a tutti i livelli con le altre macchine; Tiger continuerà ad offrire un gran numero di servizi per la rete e demoni che potranno essere controllati in maniera unificata tramite un unico framework per attivarli, fermarli e gestirli.
Spotlight sarà integrato a livello di Sistema per la ricerca nei metadata e negli archivi, mentre alcuni degli usuali comandi da Terminale (cp, tar e nsync) saranno arricchiti della possibiltà di operare direttamente sulle resource forks dell’HFS+, dato che attualmente sono alquanto limitati nell’utilizzo.
In prospettiva, Tiger si presenta già da adesso come il futuro paladino delle tecnologie Open Source: le API multipiattaforma già presenti in Panther saranno migliorate dall’aggiunta di nuove librerie Open Source per XML (libxslt) e per l’analisi dei dati (SQLite), oltre al tradizionale supporto di tutte le tecnologie che possiamo già toccare con mano adesso.