Il nuovo core, il “cervello” del processore, progettato da Intel è diventato un po’ meno importante dopo gli annunci di qualche giorno fa.
Se infatti l’investimento per realizzare un progetto di disegno del processore (ce ne sono ben quattro sui sei presentati complessivamente) con il nome in codice Prescott consentirà forti risparmi in fase di produzione e velocità di punta molto elevate (già si parla di 4 Ghz per la fine dell’anno), ci sono almeno due motivi per cui l’annuncio di ieri di Intel ha perso molte delle aspettative che aveva suscitato negli ultimi mesi.
Da un lato, infatti, le dichiarazioni che lasciano intravedere in un futuro indefinito ma probabilmente non troppo lontano l’arrivo di un nuovo processore basato su 64 e non più 32 bit.
Dall’altro, il fatto che le feature previste da Prescott in termine di guadagno di performance e migliore esecuzione saranno in realtà disponibili per il mercato solo più avanti durante quest’anno, quando Intel rilascerà anche il chipset in grado di far funzionare i nuovi processori. Per adesso, si tratta di una presentazione senza prodotti immediatamente disponibili sugli scaffali dei negozi.
La strategia di Intel, comunque, dipende in buona misura da quello che sarà possibile ottenere nel corso di quest’anno dai nuovi Prescott, dato che l’azienda si aspetta di vendere circa 70 milioni di unità nei prossimi dodici mesi, fornendo una spinta significativa al mercato dei personal computer.
Si sono già prenotati Dell, Gateway, HP e Sony, mente molti altri rivenditori minori di macchine assemblate stanno iniziando a valutare le opzioni per la realizzazione di prodotti a costi contenuti con i nuovi processori, le cui velocità di clock sono comprese tra i 2.8 e i 3.4 Ghz.
L’arrivo del 64 bit prospettato dal presidente di Intel Paul Otellini, invece, richiederà almeno 12 mesi, secondo alcuni analisti. Il chip, di cui si conosce il nome in codice, Tejas, dovrebbe infatti colmare il gap con i processori di Amd quando saranno disponibili sia una versione di Windows Xp compatibile e un numero di applicazioni sufficiente a giustificare l’acquisto da parte dei consumatori.