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Internet in volo, com’è fatta e come funziona

Ad ore comincerà  anche British Airways a sperimentare su alcuni voli il sistema Connexion, mentre è un mese che Lufthansa lo offre gratuitamente tra Francoforte e Washington, altre compagnie a seguire nei prossimi mesi.

Sul Connexion One (il Boeing 737 attrezzato per i test) ci si può collegare al web tramite Ethernet 10/100 o senza fili con IEEE 802.11b, nella business class il solito piccolo display è stato adattato per poter fare videoconferenze, è stato aggiunta una piccola tastiera e una webcam, dietro alle prime file di poltrone, una serie di rack tra i quali si riconoscono router Cisco e altre apparecchiature networking sono monitorate da pochi addetti.

I transponder satellitari che seguono i 12 di aerei con sistema Connexion sono una mezza dozzina, ai quali si aggiungono un paio di stazioni terrestri.

Ma che fare di questa connessione a banda larga sugli aerei?

Boeing prospetta una serie di utilizzi primari, alcuni riservati a piloti ed equipaggio, un giorno dalla cabina di pilotaggio si eviterà  di intasare i sistemi di controllo terresti usufruendo invece di automatismi connessi alla rete come il cambio di rotta per variata destinazione oppure per problemi atmosferici.

Naturalmente anche importanti applicazioni militari sono tenute in seria considerazione dal gigante dell’aviazione di Chicago: una dozzina di aerei militari sono collegati a 384 kbit al secondo per ufficiali militari con esigenze di videoconferenza ad alta quota.

Entro il 2004 circa 150 aeroplani avranno installato Connectix e per l’anno successivo un totale di 800, una crescita strabiliante se si pronostica che un terzo abbondante di tutti gli aerei Boeing attualmente in volo (13.000) saranno collegati con Connexion entro dieci anni.

Adesso l’attrezzatura di Connexion è pesante ed ingombrante e una parte ampia dell’aereo è occupata da essa, ma con Mitsubishi, Boeing sta sviluppando antenne più efficienti (fino a 75 gradi di latitudine nord, molto meglio degli attuali 63 gradi) e meno ingombranti.

Se in giugno la WRC – World Radiocommunication Conference in Svizzera concederà  l’uso della banda Ku, a Boeing sarà  assicurata una più vasta copertura mondiale. Attualmente è stato autorizzato l’uso in USA, UK, Germania e Francia.

Il cuore del sistema è un PC con Pentium 4 sul quale gira Linux 5.1 che non è certo l’ultima versione a disposizione, infatti alcuni bug non sono infrequenti, Boeing pensa però di usare la versione 8.0 quando saranno pronti per la fase commerciale (a regime costerà  al pubblico da 25 a 35 dollari, per un volo transatlantico di 8/9 ore).

Per la distribuzione wireless del segnale vengono usate versioni modificate dei sistemi Rockwell-Collins e Miltope che, se usati a pieno regime da tutti gli interessati a bordo, possono assicurare una banda massima paragonabile a quella di un modem 56k.

L’accesso al web, una volta connessi, è automatico ma se qualcuno trovasse difficoltà , Boeing pensa già  all’introduzione di stagisti, giovani studenti che possano, sugli aerei, aiutare chi si trovasse in difficoltà , esattamente come succede adesso sul Francoforte-Washington di Lufthansa. Nascerà  quindi anche una nuova professione.

Si calcola che circa il 20% dei passeggeri sarà  interessato a sottoscrivere la connessione.

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