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Italia: solo il 3,9% acquisterebbe musica on line

Solo il 3,9% degli utenti Italiani di Internet sarebbe disposto a pagare per scaricare musica dalla rete. Questo il dato statistico rilevato da Nielsen intervistando un campione di navigatori e proiettandolo sull’€™intero ‘€œpopolo’€ della rete. Se il dato si dimostrasse corretto significherebbe che la base potenziale di clienti su cui possono contare in questo momento i servizi che vendono canzoni in rete è al di sotto di quota 680.000 su un totale di 17 milioni.

Il numero non è sicuramente entusiasmante se preso in sé, ma diventa un po’€™ più interessante se si considera che la percentuale sale se si escludono coloro che non hanno mai scaricato, anche illegalmente, brani da Internet. Restringendo il campione a coloro che abitualmente usano la rete per scambiarsi file di musica, la percentuale di coloro che sono disposti a pagare sale al 17,6.

Complessivamente il 7,6% degli Italiani scarica musica in maniera illegale, ma la percentuale di coloro che sono intenzionati a continuare a farlo anche a fronte delle sanzioni e dell’€™inasprimento della legge diminuisce. Secondo Nielsen al momento solo il 56% pensa che anche successivamente sfrutterà  sistemi per piratare audio. Nel dicembre del 2003 questa percentuale era significativamente più alta: 67,5%. Aumenta, contestualmente, il numero di coloro che dichiarano di sapere che il download dalle reti P2P è illegale: 55,4% (nel dicembre del 2003 la percentuale era del 48%).

In Italia i luoghi della pirateria musica su Internet sono scuole, posti di lavoro e università . I navigatori dello Stivale preferiscono sempre meno usare le connessioni casalinghe per questo scopo.

A completamento del quadro sull’€™indagine di Nielsen ricordiamo che molti osservatori si sono detti convinti che la base dei potenziali acquirenti di musica on line viene largamente incrementata dalla disponibilità  di servizi legali capaci di ‘€œconcorrere’€ con i servizi pirata in affidabilità , credibilità  offrendo qualità  ad un giusto prezzo. La prova è nei numeri di coloro che, in passato anche negli USA, si dicevano disponibili a comprare in rete, un dato che oggi risulta molto più basso di quanti hanno poi effettuato, almeno una volta, un acquisto di musica on line.

La ricerca sul mercato italiano è stata commissionata a Nielsen dalla Federazione contro la Pirateria Musicale.

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