Il mercato europeo? Ci saremo entro l’anno. Jobs ha poche (e poco nuove) parole sui tempi con cui iTunes sbarcherà nel vecchio continente. Il CEO di Apple, che parlava nel contesto della conferenza stampa convocata per tracciare il bilancio di un anno di attività del negozio on line, si è infatti limitato a ribadire quanto noto, ovvero che Cupertino intende estendere il suo servizio al di fuori degli USA entro l’anno in corso.
Jobs nel corso dell’evento ha poi fornito dettagli più interessanti su altri aspetti dell’attività nel campo del business musicale.
Ad esempio Apple, dichiara il CEO, è costantemente aperta ad alleanze con altri protagonisti della scena informatica.
“Parliamo con tutti, costantemente. Stiamo senpre con le orecchie ben tese e pronti a lavorare con tutti”, ha detto Jobs che però è parso escludere che su iTunes possano finire anche canzoni codificate con altri standard.
“Le case discografiche non ci hanno mai chiesto di rendere compatibili le canzoni di iTunes Music Store con altri dispositivi che non siano l’iPod”. Parole ottimistiche, sempre a proposito delle alleanze, sono giunte sul contributo che sta fornendo HP ad iTunes: “Prima della fine dell’anno avranno distribuito 8 milioni di copie”, ha detto Jobs.
Il CEO ha affrontato anche il problema dei costi delle canzoni su iTunes Music Store che, secondo qualcuno, sono destinati a salire. Jobs ha smentito questa tesi: “resteranno a 99 centesimi – ha precisato – e anche il costo degli album non è aumentato rispetto a quanto accadeva in precedenza. La maggior parte di essi costa ancora 9,99$, un prezzo molto aggressivo. Ma come accade sul mercato il costo degli album sale e scende. A tutti comunque conviene che i costi degli album siano bassi. Chi acquista le canzoni, in caso contrario, è più tentato dal comprarne solo due o tre”
Jobs ha poi respinto la tesi, avanzata da alcuni giornali, secondo cui iTunes Music Store farebbe meglio ad introdurre una formula in abbonamento che consente unicamente di ascoltare la musica e non di acquistarla. “La gente vuole possedere le canzoni – ha detto Jobs – non affittarle. Gli abbonamenti ti costringono a pagare in continuazione. E neppure i possessori dei diritti digitali sono molto favorevoli alle formule in abbonamento”
E a riprova che la formula praticata da Apple sia giusta Jobs ha presentato il conto di un anno di attività : 70 milioni di canzoni in un anno, un ritmo di vendita che oggi è di 2,4 Milioni di canzoni a settimana, ovvero una proiezione di 140 milioni di canzoni l’anno, 450 etichette indipendenti oltre alle “cinque grandi sorelle”, 700.000 canzoni e, cosa ancora più rilevante, un piccolo ma significativo profitto in un settore dove tutti operano fino ad oggi in perdita.
Profitto che si somma al grande ritorno economico prodotto da iPod, un prodotto che altri non hanno.
“Se un anno fa qualcuno avesse osato parlare di 70 milioni di download – ha detto Jobs – le risate si sarebbero sentite in tutto il palazzo. Questo è quello che i nostri ingegneri e il nostro reparto marketing sono in grado di fare quando non sono limitati dalla quota del 5% del mercato”
Per quanto riguarda la decisione di limitare il numero di volte che una playlist può essere masterizzata (che passa da 10 a 7) Jobs ha minimizzato l’impatto reale. “Per la stragrande maggioranza dei clienti onesti – ha detto – non fa alcuna differenza. Mentre sarà molto apprezzato il fatto di avere portato da tre a cinque il numero di computer su cui si possono ascoltare le canzoni”.
Jobs, infine, ai giornalisti che chiedevano conto del futuro di iPod, ha dato prima una risposta scherzosa (“pensiamo che possa fare anche i toast e magari interfacciarsi al frigorifero”), salvo poi precisare, più seriamente, che al momento la cosa più importante da tenere in considerazione è che iPod vende perchè chi lo acquista lo usa per ascoltare musica. “La musica è un’attività che si svolge in background – ha detto Jobs facendo riferimento al fatto che si può usare iPod anche facendo anche altre cose – guardare i film è una cosa che impegna in maniera più immersiva”.