Negli uffici di Microsoft Italia il buonumore deve essersene andato due giorni fa quando il comune di Roma, per bocca dell’assessore Gramaglia ha annunciato che, con gradualità e a piccoli passi, l’amministrazione avrebbe iniziato a implementare soluzioni Open Source, partendo dalla gestione della posta elettronica e mirando alla sostituzione dei sistemi.
I vantaggi, argomentano nell’amministrazione della Capitale, sono notevoli, dato che non solo Linux è visto con favore dai tecnici del comune (cosa pur sempre importante, dato che alla fine son loro a doverlo far funzionare) e che porta un risparmio dal punto di vista delle spese tecnologiche, ma “tiene anche conto del dibattito internazionale – dice Gramaglia – sull’argomento e di conseguenza sceglie una strada più libera, improntata ad una più equa concorrenza”.
Tra mille cautele, dichiarazioni prudenti e “piedi di piombo” per le scelte, il comune comunque pare abbastanza determinato a entrare in una transizione “soft” che potrebbe durare anche a lungo ma i cui esiti pare siano ineludibili per l’azienda di Redmond. Che, con tutta probabilità , non deve essere molto contenta di come sta cambiando il mercato anche in Italia.