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L’Opera buona di Nintendo: il browser

Era il sogno di Sun Microsystems e di Oracle. Il sogno di una intera generazione di innovatori. L’idea che veramente “The Network is the Computer”, che la rete sia davvero il computer, cioè che sia possibile avere una macchina molto semplice e tutto il resto sia online: programmi, dati e via dicendo.

Per due decenni si è provato a costruire questo computer “leggero”, il thin client, che permettesse di accedere con una buona connessione alla rete e quindi ai dati e alle applicazioni conservate sui server. Ma non ci si è riusciti. Finora.

Adesso, qualcosa si muove. Prima Google (e un’altra serie di aziende) hanno cominciato a costruire il Web 2.0, un web cioè dove le pagine html arricchite da Ajax sono diventate più interattive, vere e proprie applicazioni che permettono a tutti di agire e partecipare in rete. Poi, si è cominciato a capire che forse i telefonini (e magari gli iPod) potevano essere il vero thin client. Ma senza tanta fortuna.

E infine, è arrivata la prima parte di una intuizione: perché non rendere “naviganti” i dati in rete le console portatili, l’altro oggetto tascabile e tecnologico più diffuso al mondo? Si parla di venti, quaranta milioni di apparecchi (relativamente pochi rispetto al miliardo di telefonini in circolazione, ma pur sempre un numero di tutto rispetto). E così Sony con la sua PSP ha cercato di cogliere la palla al balzo e mettere un browser nella console da passeggio nera e dotata di Wi-Fi. Ma non funziona.

Perché Sony ha mancato il bersaglio del thin client? Perché nonostante la potenza del processore e l’ampiezza dello schermo, ha una interattività  limitatissima. In pratica, pur essendo la console più versatile e convergente del mercato (musica, giochi, audio, video, film, podcast, Rss, etc), il suo schermo non attivo la costringe ad utilizzare una modalità  di input del testo terribilmente laboriosa. Quanto basta per far dire a chi la usa: preferisco giocarci e basta.

Invece, la nuova strada di Nintendo (che sta anche seguendo l’innovazione nelle periferiche di input con il futuro Wii, come sappiamo) è completamente diversa. La casa nipponica ha intuito che voleva qualcosa di più che non pulsanti e levette per la sua console tutta dedicata al gioco (almeno inizialmente) e l’ha quindi dotata di un doppio schermo, quello di sotto “touch” con tanto di pennetta come i buoni vecchi Palm, e di un robusto sistema per il riconoscimento della scrittura.

Ecco, a quel punto, qualche mese fa, gli uomini di Nintendo hanno cominciato a chiedersi: abbiamo la macchina, abbiamo la tecnologia, abbiamo anche il Wi-Fi. Perché non proviamo a fare l’esperimento? Una telefonata a quelli di Opera, uno dei browser indipendenti presenti sul mercato, ottimizzato per hardware “ridotti” (senza un coprocessore di stampo più “computeristico” diventa quasi inutile tentare di portare un browser “serio” come Konqueror o Mozilla) ed ecco pronto il browser su cartuccia per Nintendo Ds.

Qui c’è la spiegazione di come funziona e tutti i link per raggiungere le prime recensioni (anche video) che lo mostrano e fanno capire che la compatibilità  c’è. Non con flash (niente YouTube) o con l’audio, ma almeno con le pagine Ajax. Si può persino accedere a Gmail e DotMac, due dei portali più interessanti per l’utente Mac. Se solo si potesse accedere anche ad un client java di iChat, potremmo lasciare a casa i nostri PowerBook per i viaggi più brevi e rimanere lo stesso in collegamento al cento per cento…

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