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La fine del Far West nella messaggeria istantanea?

Il futuro è nella convergenza, anzi nell’interoperabilità . Pensate a quale scarso successo avrebbe avuto la posta elettronica se si potesse utilizzare solo tra utenti dello stesso servizio, ad esempio quelli di Libero con quelli di Libero e quelli di Hotmail con quelli di Hotmail. Ebbene, praticamente avviene così nel settore della messaggeria istantanea, un modo di usare la rete altrettanto rivoluzionario quanto l’email (tuttora considerata la killer application della rete, più ancora delle pagine web) e che potrebbe trasformare in maniera radicale il nostro modo di vivere. Ma così ancora non è successo, per adesso.

Adesso, un importante tassello sta andando al suo posto. Come al solito, il movimento giusto era già  stato intuito nel campo “fratello” della messaggeria istantanea, cioè il VoIP (Voice Over IP) dal creatore di tante sballate ma concettualmente furbe start-up, Michael Robertson con il suo Gizmo basato su SipPhone: utilizzare protocolli aperti e comuni a tutti. E’ quello che serve per arrivare alla perfetta interoperabilità , rendere la tecnologia una architettura e lasciare le aziende a competere sulla qualità  degli applicativi. In pratica, esattamente l’opposto di quanto ci abbia abituato a vedere Microsoft nei settori chiave della tecnologia. Il tassello che sta andando al posto giusto è quello che Google ha deciso di posizionare: dopo aver comprato il 5% delle azioni di America OnLine, ha deciso di lavorare all’integrazione dei sistemi di messaggeria istantanea, potenziando quello basato su Jabber scelto per GTalk.

E’ da notare, prima di andare avanti, che proprio MacOsX con iChat ha la possibilità  in questo momenti di fare da “ponte” tra i due servizi in maniera nativa, dato che utilizza il protocollo e i server Oscar per quanto riguarda la completa interoperabilità  fra gli account iChat DotMac e quelli AIM di AOL da un lato, e dall’altro il client iChat è in grado di funzionare con quelli GTalk. L’obiettivo di Google è invece ancora più ambizioso.

Partendo infatti dalle fondamenta della Jabber Software Foundation, una delle aggregazioni di intelligenze open source che lavorano alla definizione di una lista completa e aperta di protocolli per la comunicazione testuale, audio e video, aggiungendo la possibilità  in un futuro anche delle modalità  di connessione VoIP, cioè i gateway verso le reti telefoniche.

In questo momento i contributi di Google vanno per il potenziamento di Jabber, tramite la realizzazione di Libjingle, una modalità  di utilizzo dei protocolli (quella su cui lavora Google) che si chiama Jingle. In un prossimo futuro, l’armonizzazione tra Jabber e Oscar-AIM-Aol, per poi arrivare a una massa critica (solo gli utenti AIM sono circa 50 milioni, in rapida crescita) che permetta di controbilanciare il crescente numero di utenti Skype. Da non dimenticare, infatti, che Skype, pur essendo in questo momento sinonimo di VoIP, è basato su protocolli proprietari e sfrutta al massimo la disponibilità  dei singoli utenti per risparmiare sul bisogno di server centrali (come i costosi server di AIM-Aol) per fornire connettività  a tutti.

Google ha anche recentemente assunto Sean Egan, uno degli uomini chiave di Gaim, tra le applicazioni Open Source più popolari in ambiente Linux che consente – tramite un abile lavoro di reverse engineering – di sfruttare contemporaneamente i vari account (Messenger, AIM, GTalk, Icq e via dicendo) con un’unica applicazione. La roadmap di Gaim si sta avvicinando all’implementazione della voce (proprio mentre Skype arriva all’uso del video) con la versione 2.0 entro poche settimane, lasciando intuire uno sviluppo serrato e molto competitivo in questo settore.

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