Se il caso lo necessitasse, anche alcune parti di internet e della sua tecnologia, potrebbero essere classificate come top secret e quindi sottoposte a controllo stretto dall’amministrazione e dai servizi d’intelligence statunitensi.
Questo il “nuovo ordine” imposto dall’amministrazione Bush, al momento impegnata non solo nella guerra in Iraq, ma anche nella battaglia contro il terrorismo islamico.
Questa l’interpretazione di una disposizione emessa nei giorni scorsi e che autorizza il governo a riclassificare come confidenziali e segrete non solo armi di distruzioni di massa, ma anche “infrastrutture”, se dovessero minare la sicurezza nazionale o approfondire argomenti sensibili come il terrorismo internazionale, per altri 25 anni.
Proprio il termine “infrastrutture” presente nell’ordine di Bush lascia aperta la possibilità di riportare alla segretezza alcune delle tecnologie di Internet giudicate “critiche” per la sicurezza nazionale. Sull’argomento regna, però, qualche incertezza in attesa di un chiarimento interpretativo.
Nello specifico il nuovo ordine sorpassa il precedente atto di Bill Clinton del 1995 che decretava l’impossibilità di riclassificazione di informazioni prima classificate e poi rese pubbliche in questi campi: vulnerabilità o capacità dei sistemi, installazioni, progetti o piani correlati alla sicurezza nazionale.