Basta una Cpu da fantascienza per scuotere alle fondamenta il mercato dei produttori di Cpu, il cuore pulsante dei moderni computer?
Non è cosa certa, anche se le speranze degli ingegneri di Intel vanno in questa direzione, soprattutto dopo che tre temibili rivali (Ibm, Amd e Sony) stanno affilando le armi per produrre processori competitivi e fuori standard rispetto alla ormai ventennale “legge di Intel” per le architetture e le modalità di processo dei dati.
La scoperta epocale, secondo gli uomini delle pubbliche relazioni dell’azienda di Santa Barbara, sta tutta nella capacità di far correre alla velocità della luce, su fibre ottiche, anziché alla velocità (minore) degli impulsi elettrici lungo le piste del microchip convenzionali, le informazioni.
L’apertura è verso un mondo di processori infinitamente più veloci e interconnessi, tanto da far pensare a un miracolo in grado di rivoluzionare le modalità stesse con le quali pensiamo i modi di utilizzo e impiego dell’informatica. La ricerca, che verrà pubblicata a breve sulle pagine della rivista scientifica americana Nature, permetterà ai progettisti di computer, per esempio, di realizzare computer fisicamente posti in luoghi differenti, oppure di trasmettere tra le componenti dello stesso computer dati e video alla velocità della luce attraverso distanze molto ampie.
“Il risultato – ha dichiarato Alan Huang, ex fisico dei Bell Labs – sarà quello di fondere insieme le parole computing e communications, rendendo i due processi la stessa cosa”.