Le impronte digitali come soluzione finale contro la pirateria informatica. Questa l’ultima idea che ha avuto la RIAA per impedire il furto delle canzoni scaricate da Internet. A supportare il sogno dell’associazione dei discografici americani è la joint venture tra l’americana Veritouch e la svedese Thinking Materials che hanno creato un prototipo di lettore di musica digitale dotato di scanner biometrico e che usa le impronte digitali per abilitare la riproduzione delle canzoni. Alla base del sistema un nuovo standard di DRM (Digital Right Management) che usa proprio le impronte digitali per identificare le canzoni.
In pratica, da quanto si comprende, all’acquirente che vuole comprare musica su Internet, verrebbe chiesto di imprimere la sua impronta digitale che diverrebbe la chiave per sbloccare la riproduzione della stessa su un lettore. In assenza del legittimo ‘proprietario’ delle impronte le canzoni non verrebbero riprodotte e, dunque, non potrebbero essere copiate o scambiate.
Il prototipo del lettore, denominato iVue, è stato presentato alla RIAA che, pare, non solo l’ha apprezzato, ma ha anche caldeggiato la filosofia di fondo che rende molto più limitate le opzioni a disposizioni degli acquirenti.