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L’iPod video sarà  la vostra TV?

Video iPod sì, video iPod no. Questo il dibattito che si svolge su Internet in questi giorni. A chiedersi se Apple stia, o meno, per rilasciare un player capace anche di mostrare video è una vera e propria folla di osservatori, analisti, esperti dei media, giornalisti, veri o presunti insiders. Farsi un’idea di quel che sta realmente per accadere leggendo le voci che turbinano non è facile.

Da una parte c’è chi, come diversi analisti, sostiene che è praticamente certo che l’evento del prossimo mercoledì servirà  proprio a questo scopo. Un “vPod” sarebbe già  stato messo in produzione da alcune settimane e il suo lancio è solo questione di pochi giorni.

Altri credono che l’ipotesi non sia fondata. A sostegno della propria tesi riportano le affermazioni, anche recenti, di Jobs che si è sempre dimostrato scettico sulla possibilità  che un video iPod possa realmente raccogliere l’apprezzamento del pubblico. Un iPod avrebbe uno schermo troppo piccolo per vedere film, per apprezzare un cinema si ha la necessità  di concentrarsi per troppo tempo e interamente su quel che si ha tra le mani senza la possibilità  di fare altro. La batteria non durerebbe abbastanza per una “pellicola” di due ore e l’audio sarebbe poco soddisfacente.

Le tesi delle due parti, a prima vista, appaiono tutte e due attendibili, ciascuna piuttosto fondata. Chi attende il vPod dalla sua ha fonti che sembrano certe: i fornitori e gli assemblatori che lavorano per Apple, dall’altra chi dice che Cupertino non farà  un player video, ha le dichiarazioni di Jobs.

Chi scegliere, dunque? Gli analisti o i giornalisti? Gli ottimisti o i pessimisti? Probabilmente nessuno dei due o, meglio, tutti e due prendendo la strada che passa nel mezzo e che porta ad un iPod video ma non destinato a vedere film da grande schermo, quanto filmati musicali, servizi d’informazione, notizie e telegiornali, previsioni del tempo.

Un iPod per il videocast, ovvero per un intrattenimento in forma breve e immediata, per filmati d’utilità  o intrattenimento, a prima vista, sembra avere fin dal primo momento del lancio grandi possibilità  di successo e un mercato potenzialmente sterminato grazie alla convergenza tra fornitori di contenuti indipendenti e quelli professionali.

Come accaduto per il podcast iTunes potrebbe divenire fin da subito l’hub per la distribuzione di prodotti realizzati da hobbysti e appassionati di video e musica, redazioni giornalistiche “iperlocali” singoli operatori dell’informazione, realtà  che operano in settori del sociale. Accanto a loro potrebbero schierarsi i colossi dell’informazione e della televisione, i grandi canali TV internazionali che potrebbero stringere accordi con Apple per la creazione o la “iPodificazione” di alcune loro trasmissioni: telegiornali, previsioni del tempo, spot musicali, programmi di servizio, brevi filmati d’intrattenimento.

Per capire le potenzialità  di un tale assetto basta qualche esempio.

Chi avesse un “vPod” potrebbe lanciare “vTunes”, scaricare i videocast cui è abbonato, ad esempio un TG, un breve telefilm, servizi giornalistici, una serie di videoclip musicali. Il downlod, con a disposizione una linea ad alta velocità , non sarebbe particolarmente lungo o faticoso. Una volta collegato il player questo si sincronizzerebbe con il software, scaricando sull’HD i filmati permettendo la loro consultazione su un treno, in metropolitana, nelle pause del lavoro.

Le potenzialità  di questo sistema appaiono quasi infinite e rivoluzionarie. Basta pensare a che cosa potrebbe significare la possibilità , ad esempio, di poter acquisire via Internet usando un “vTunes” il telegiornale della propria TV nazionale stando dall’altra parte del globo. Oppure il business che potrebbero generare anche piccolissime case di produzione specializzate in particolari moduli d’informazione e d’intrattenimento. Queste potenzialità , ovviamente, sono già  in atto grazie alla rete, ma non esistendo un fattore di catalizzazione come l’iPod e un sistema di distribuzione centralizzato e standardizzato come iTunes, produrre contenuti per Internet è dispersivo, costoso e poco interessante perchè si fa fronte a problemi di visibilità  oltre che di formato. Problemi che Apple potrebbe aiutare a superare trasformando iTunes in un vero e proprio sintonizzatore di canali Internet e iPod nel suo modulo “portatile”.

Fino ad oggi il più grave problema dei molti player portatili è stato quello di non avere contenuti interessanti da proporre o di costringere i proprietari a vedere film (rippati in maniera legalmente dubbia se non scaricati da Internet) su schemi troppo piccoli. Il vPod, abbinato ad un efficiente sistema di distribuzione via iTunes, aggirerebbe tutte queste difficoltà  mettendo a posto tutte le tessere del puzzle aprendo ad Apple un nuovo mercato, potenzialmente lucrosissimo.

Apple potrebbe creare formule in abbonamento, allestire veri e propri canali tematici, offrire contenuti “premium” da pagare una tantum come evento, oppure proporre contenuti gratuiti ma sponsorizzati, offrire servizi come la distribuzione di spot cinematografici o di spettacoli. Per non dire del ritorno dell’indotto. Apple è anche una grande casa di produzione software che sviluppa tool per il video editing ma che, soprattutto, possiede QuickTime che potrebbe anche essere l’unico formato supportato da iPod con quel che ne consegue in termini di royalties sulle tecnologie che sarebbero vendute (direttamente o indirettamente nei programmi per il video) a chi crea i contenuti.

La sfida che Apple lancerebbe sarebbe di proporzioni globali e attaccherebbe più fronti. A dover fronteggiare l’assalto sarebbero non solo i produttori di hardware, ma anche i fornitori di contenuti, tra questi, ad esempio, Real Networks che ha una sua TV via Internet che si avvicina al concetto che si potrebbe porre alla base del vPod. Ma anche i gestori di telefonia 3G potrebbero vedere insidiato il proprio terreno. In molti si potranno chiedere perchè scaricare TG o filmati video registrati da vedere su un cellulare in viaggio pagando decine di euro quando la stessa cosa si può fare a casa propria, a costi molto più bassi e con maggior qualità , caricando poi il filmato quasi istantaneamente su un dispositivo con schermo più grande di quello di un cellulare con il quale vedere i contenuti all’aereoporto, nelle sale d’attesa, su un bus.

Fantasia o realtà  lo sapremo solo attendo la prossima settimana quando i giornalisti converranno presso l’American Theatre di San Josè o, in Europa, presso gli studi di produzione TV della BBC di Londra dove è in programma la diretta via satellite dell’evento californiano. Una locazione, quella europea, che lascia pensare.

La TV di stato britannica è anche uno dei più grandi produttori televisivi al mondo e recentemente ha fatto sapere di voler esplorare con attenzione il mercato digitale. Che sia proprio la BBC uno dei primi partner di Apple nell’avventura del video digitale da tasca?

Macitynet, come sempre, sarà  là , in prima fila, per raccontarvelo in diretta da quegli studi sulle rive del Tamigi da quali potrebbe essere lanciata una nuova rivoluzione.

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