Microsoft avrebbe chiesto l’installazione di software proprietario nei set top box per la televisione interattiva in cambio di un investimento economico e nel supporto dei servizio di video on demand. Questa l’accusa rivolta al gigante di Redmond nel corso di una nuova seduta del procedimento legale che vede coinvolta Microsoft e gli stati che non hanno accettato la mediazione con il dipartimento di giustizia.
A presentare i fatti Liberate Technologies, una società specializzata, appunto, in TV interattiva il cui CEO, Mitchell Kertzman, ha giustificato la richiesta di punizioni più severe nei confronti di Redmond citando l’esperienza della propria società .
Secondo Kertzman Microsoft avrebbe imposto l’utilizzo di parti di Windows in cambio di un investimento molto ingente, investimento e imposizioni accettate da Liberate per non perdere la possibilità di rendere le proprie set top box compatibili con la maggior parte del software e dei computer ma che hanno determinato un riscontro negativo nei confronti di altri potenziali investitori. Tra questi Telewest, una società britannica, che ha declinato di siglare un accordo con Liberate dopo un’indagine avviata dall’Unione Europea che aveva sconsigliato di stipulare contratti con realtà che avessero in essere patti esclusivi con un unico fornitore di sistemi operativi.
In risposta a queste accuse Microsoft, che continua a perseguire una linea difensiva secondo la quale questo tipo di testimonianze non sono ammissibili perchè non inerenti il merito della questione su cui è chiamata a pronunciarsi la giudice Kollar-Kotelly, ha portato alcune e-mail di Liberate. Nei messaggi inviati a Microsoft il CEO della società per la TV interattiva si offriva di testimoniare a favore di Microsoft, dichiarandosi per altro verso contrario alla separazione in due società dei produttori di Windows, in cambio di un’uscita dall’azionariato di Liberate. Una linea decisamente imbarazzante per chi, ieri, si è trovato in tribunale a deporre il contrario e a chiedere sanzioni più severe contro Microsoft. Il sospetto è Liberate abbia voluto solo “vendicarsi” di un rifiuto ricevuto da Redmond sul merito della questione.
La questione della TV interattiva è tra gli argomenti più delicati tra quelli che fanno da contorno al processo. Secondo gli accordi intercorsi con il DOJ Microsoft non avrebbe, infatti, alcun vincolo in questo campo. Il fatto che lo strapotere di Windows si estende anche al di fuori del puro campo dell’informatica e che anche in questo settore si debba provvedere per impedire il ripetersi di fenomeni di abuso è una delle tesi portanti degli stati che si oppongono alla mediazione siglata dal Dipartimento di Giustizia
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Liberate: strapotere Microsoft anche nella TV interattiva
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