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Longhorn e Tiger: una sfida impari?

La nostra può sembrare una visione di parte, d’altronde scriviamo da un portale che ha il prefisso Mac nel suo nome, ma la presentazione di oggi da parte di Microsoft del suo atteso Longhorn ha sicuramente qualcosa di patetico.
Il grande progetto di un sistema operativo radicalmente diverso dalla lunga serie di eredi del DOS rappresentati da Windows fino all’attuale versione XP sta portando la casa di Redmond a mostrare le difficoltà  di creare dalle fondamenta un OS che sia compatibile con i predecessori e allo stesso tempo potente, affidabile e pure “ricercabile”.

In questi mesi abbiamo assistito ad una serie di mosse da parte di Microsoft per assicurarsi un successo a lunghissimo termine: l’acquisto di Connectix che non ha creato soltanto l’emulatore Virtual PC per Mac ma assicura la creazione di “macchine virtuali” per la compatibilità  con altre versioni di Windows dentro il nuovo OS di Redmond, abbiamo assistito all’abbandono della prima tecnologia di ricerca su tutto il contenuto del disco che ha causato con i suoi problemi relativi alla formattazione WinFS anche il ritardo di tutto il pacchetto Longhorn, abbiamo assistito alla promozione del sistema operativo come sistema “sicuro” grazie al famigerato Palladium con possibilità  di “unicizzare” documenti e applicazioni grazie al codice interno di ciascun processore per legarlo indefinitamente al proprietario, una fusione totale tra la gestione dei DRM e quella che molti definiscono una tecnologia da “grande fratello”.

Bill Gates ha voluto effettuare la sua presentazione proprio due giorni prima dell’uscita di Mac OS X 10.4 a rappresentare, nonostante i toni trionfalistici, il suo timore per l’evidenza di un progetto realizzato “contro” il proprio tanto a lungo promesso e che arriverà  quando Mac OS X sarà  già  un prodotto ultra-maturo.

Tiger forse non apparirà  forse agli utenti Mac un progresso così straordinario come il passaggio da Mac OS 10.1 a 10.2 o anche all’ormai maturo 10.3 ma mina alla base le certezze di molti sostenitori di Microsoft come l’azienda al primo posto per l’innovazione: Gates si ritrova improvvisamente da inseguito ad inseguitore, ovviamente non nel marketing o nei grandi numeri, ma nella supremazia tecnologica.
Un ricorso della storia, il ritorno del duello tra i pirati della Silicon Valley che si rinnova tra l’aggressiva Tigre e il finora lento bovino Longhorn.

Quel che più stupisce noi e forse anche Microsoft sono i termini con cui vengono descritte dai giornalisti anche generalisti le “innovazioni” grafiche e tecnologiche della futura versione di Windows: i riferimenti a Mac, alla sua interfaccia, alle capacità  di Tiger si sprecano e non c’e’ tecnologia, almeno ad una analisi superficiale che non sia già  stata implementata su Mac OS X nelle sue varie versioni e in quella disponibile dal 29 Aprile: questo per un prodotto che troveremo sugli scaffali tra più di un anno e mezzo non è certo qualcosa di cui andare fieri anche se si deve riconoscere l’immane compito di adattare driver e implementare la gestione di una marea di periferiche, schede madri e schede di terze parti e riscrivere gran parte di un codice ormai inadeguato.

Un ultima tecnologia presentata da Microsoft è degna di menzione: si tratta di Metro, in pratica un PDF ripensato da Redmond per l’implementazione anche sul web, che largo uso di XML reintepretato in salsa Microsoft.
Questo spiega anche le ultime mosse di Adobe con l’acquisto di Macromedia e le motivazioni date dell’integrazione tra Flash, la gestione dei contenuti Web e il PDF.
Microsoft ancora una volta vuol fare da sola, crearsi un proprio standard per cercare di imporlo al mercato, forte della sua irraggiungibile quota di mercato.

Davide sicuramente non riuscirà  a strappare larghissime quote di vendita al gigante di Redmond ma ha dimostrato con Tiger che un piccolo gruppo di ingegneri con le idee giuste può creare strumenti per rendere un sistema operativo già  sicuro e performante anche all’avanguardia nella gestione degli archivi, nello sfruttamento del motore grafico, nell’automazione del sistema stesso.

Il risultato concreto lo vedremo meglio nelle prossime ore con la presentazione di Tiger e lo potranno vedere anche tantissimi vecchi e nuovi utenti Mac o aspiranti switcher, 20 mesi prima dell’uscita “reale” di Longhorn.

E voi cosa ne pensate? Il dibattito è aperto su questa pagina del Forum di Macitynet.

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