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MacBook, gli analisti dicono “sì”

I tempi del rilascio del MacBook e le sue caratteristiche soddisfano gli analisti. Queste le conclusioni cui si giunge dopo avere scorso le prime opinioni espresse dagli osservatori sulle nuove macchine portatili rilasciate nel corso della giornata di ieri.

“I MacBook – scrive Robert Semple, un analista di Credit Suisse – sono tra i prodotti più competitivi dal punto di vista del prezzo e arrivano in tempo per la stagione degli acquisti didattici, ovvero uno dei segmenti di maggior interesse per questo tipo di macchina. Il MacBook – continua Semple nel suo rapporto – rappresenta il più significativo passo nella transizione ad Intel, visto il costante spostamento del mercato verso il settore dei prodotti portatili”.

Un parere simile viene espresso da Samir Bhavnani, di Current Analisys secondo cui “per la prima volta da anni Apple presenta un prodotto che sfida Hp e Toshiba nella stagione del “back to school”. Questo periodo, sottolinea Bhavnani, costituisce un quinto del fatturato delle vendite retail del mercato americano”.

Bill Shope si sofferma sul fatto che i MacBook appaiono essere disponibili fin da subito nei canali di vendita “un fattore che incrementa le possibilità  di successo di Apple nel mercato scolastico”.

Anche Gene Munster concorda sulla disponibilità  immediata: “alcuni AppleStore interpellati poco dopo l’annuncio – ha detto Munster – hanno confermato di avere in magazzino le nuove macchine. Sul sito di Apple la disponibilità  è data da uno a 7 giorni. Apple sembra avere accumulato scorte sufficienti per offrire in vendita la macchina contestualmente alla sua presentazione, al contrario di quanto accaduto con il MacBook Pro quando ci vollero sei settimane prima della reale disponibilità  e otto settimane prima che si potesse costituire un magazzino”. Questo significa che il mese di giugno (l’ultimo mese del trimestre) non verrà  archiviato come un periodo di transizione per il MacBook, ma un mese pieno di vendita.

Al contrario di Semple, Munster critica però il costo del MacBook, del 10% più alto (almeno negli USA) di quello dell’iBook. “Apple – dice Munster – intende guadagnare il massimo del mercato con un guadagno ottimale. La nostra visione è che Apple avrebbe guadagnato una maggiore quota di mercato se avesse mantenuto o diminuito il prezzo dell’iBook”.

Munster crede che con l’introduzione del MacBook (che l’analista prevedeva per il mese di luglio) la stima di 4,42 miliardi di dollari di fatturato per il trimestre sia conservativa, anche se si deve notare che nel corso delle passate settimane la domanda per gli iBook era scesa notevolmente e questo potrebbe ridurre l’effetto al rialzo che l’ingresso della macchina nel listino potrebbero produrre sul bilancio del quarto fiscale.

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