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Memo trafugati o pre-tattica di Microsoft?

Mettiamo che vogliate dire qualcosa ma che non possiate dirla. Mettiamo che se la dite non fa notizia, ma se sembra che ve l’abbiano fatta dire, sia uno scoop. Mettiamo che un segreto rivelato è più importante di un fatto noto dichiarato. Insomma, mettiamo che a Redmond, i famosi documenti interni apparsi in rete la scorsa settimana, che rivelano tanto delle strategie per l’online con l’appello di Bill Gates a concentrarsi in quel mercato e individuano i maggiori avversari di Microsoft (Google), siano stati fatti circolare ad arte. Come la chiamereste? Pretattica? Comunicazione estrema?

Secondo David Cringely, ragionando logicamente è possibile giungere alla conclusione che questa ipotesi abbia fondamento. E che permetta anche di riflettere sulle reali strategie di Bill Gates per la Microsoft del futuro.

L’autorevole giornalista e commentatore statunitense, che lavora e scrive per PBS, il servizio pubblico americano (non ricco quanto la Rai ma molto più autorevole), avanza queste ipotesi nel suo ultimo commento.

“Per quanto apertamente dichiarato che siano stati scritti solo per uso interno – scrive Cringely – i documenti di Bill Gates e del nuovo CTO di Microsoft Ray Ozzie sono chiaramente preparati per essere “rubati”. Si tratta di documenti per fare marketing, l’equivalente degli ubiqui “white papers”, solo che Microsoft fa finta che non sia così. Non vediamo nessuna caccia ai colpevoli a Microsoft per individuare la spia interna, perché sono sicuro che lui o lei stesse semplicemente seguendo degli ordini. Con questo in mente, vediamo qual è realmente il messaggio”.

Secondo Cringely, infatti, “Microsoft ha sempre avuto bisogno di un Uomo Nero, un antagonista brutto e cattivo. E questa volta si tratta di Google. Ci può essere un solo Uomo Nero, e quindi Yahoo! è trattata superficialmente come una “media company” e di AOL non si parla nemmeno. Questo non è uno scenario realistico di competizione sul mercato. Per quanto la posizione di AOL sia incerta a causa delle discussioni sulla sua possibile acquisizione o cessione, tra gli altri anche da parte di Microsoft, per quanto riguarda le tecnologie dei web services Yahoo! rappresenta una minaccia per Microsoft superiore a quella di Google”.

L’analisi di Cringely, molto dettagliata e con un filo logico serrato, giunge alla conclusione che “Microsoft storicamente non si è mai curata della pubblica percezione della società . Le enormi parcelle che pagano agli avvocati mostrano il desiderio della società  di spingere i limiti dell’etica e anche del comportamento legale, con tutta probabilità . La cultura aziendale di Microsoft è molto differente da quella delle altre aziende. Non sono usi a prendere la “decisione giusta e corretta”. La gran parte delle aziende trova il modo di bilanciare i profitti ed essere una buona cittadina della società . Non Microsoft. Non è questo quel che gli importa. Per me, i memo di Microsoft sono come un tentativo amatoriale di migliorare la loro immagine e dare la percezione che a loro importi qualcosa”.

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