Apple sminuisce e minimizza le notizie in base alle quali a fine marzo avrebbe perso alcuni importanti rivenditori dei suoi prodotti i quali non avrebbero accettato nuovi e più sfavorevoli termini contrattuali.
Nonostante da Cupertino si continui a non precisare quali siano i punti vendita deautorizzati, con una dichiarazione rilasciata ad alcuni media, si tende a far passare l’idea che si tratti di un fatto sostanzialmente non rilevante per il bilancio.
«I rivenditori che non hanno firmato un contratto ‘ dice Apple ‘ rappresentano solo l’1,5% del fatturato». I responsabili della Mela precisa anche che l’evento non è affatto straordinario visto che «fa parte di un regolare processo di rinnovo», che, si lascia intendere, è stato operato anche in passato e ha determinato anche in precedenza eventi come quelli attuali.
Apple, pur nella sinteticità delle dichiarazioni, cerca anche di lasciar trasparire un certo ottimismo facendo intendere che le trattative con diversi rivenditori continuano ad andare avanti e che in futuro ne potrebbero essere anche firmati di nuovi.
Ricordiamo che, secondo alcune fonti, tra le società che hanno deciso di sospendere un rapporto contrattuale con Apple ci sono Dell, che non venderà più iPod sul suo negozio on line, e Target (un grande distributore americano con ben 1148 negozi) che ha cancellato dai suoi listini il riproduttore MP3. Anche alcuni rivenditori tradizioniali avrebbero rifiutato il nuovo contratto, giudicato troppo pesante da rispettare.
La vicenda, molto probabilmente, sarà oggetto di richieste di chiarimenti nel corso della prossima riunione degli azionisti che si terrà a Cupertino proprio lunedì prossimo. Jobs e il management dovranno spiegare come intendono recuperare gli oltre 86 milioni di dollari di fatturato in meno (a tanto ammonta, ad un calcolo sommario, l’1,5% di fatturato sull’anno in corso), perduti dal mancato rinnovo dei contratti dei giorni scorsi.