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Microsoft assume “l’uomo della pioggia” di SuSE

Karl Aigner non è uno sconosciuto. E’ lui il venditore (account per il gergo aziendale) che ha convinto Monaco di Baviera a passare a Linux. Una batosta in termini di immagine per Microsoft, una pericolosa falla per il controllo di un mercato basato sull’idea che non ci siano alternative.

Adesso che le pubbliche amministrazioni, al pari delle aziende, paiono aver capito che alternative ai sistemi operativi made in Redmond ce ne sono, molti stavano osservando quali potessero essere le contro-strategie messe in campo da Microsoft.

A Redmond, dove il rilascio di Longhorn ritarda e viene frammentato l’impatto tecnologico che potrà  avere sul mercato eliminando settimana dopo settimana sempre nuove features, devono aver pensato che i sistemi sono tanti e molti frequentabili.

Strizzatina d’occhio al mondo Open Source, allora, ma anche canale per gli sviluppatori costruito con la tecnica collaborativa delle comunità  di blog dell’Open Source, nuove componenti, nuove formule di licenza, sconti, promozioni, anche ricchi premi.

Ma, soprattutto, il ricorso al management. Perché il venditore, così come il calciatore, è quasi un mercenario. E quindi, se segna in una squadra, pensa il presidente di un’altra società , perché non assumerlo? Poi, segnerà  anche per il nuovo datore di lavoro.

Benvenuto Karl Aigner, il piccolo Ronaldo dell’informatica, devono aver scritto sui cartelli i dipendenti di Microsoft distaccati in Germania. Benvenuto al goleador, all’uomo dei miracoli, all’uomo della pioggia (quello che porta i soldi, come sa anche John Grisham che alcuni anni fa intitolò così un suo romanzo), benvenuta opportunità  di prendersi una vendetta contro Linux e la maledetta marea incalzante dell’Open Source, devono aver pensato. Perché in Europa, tra una maxi-multa e la defezione di qualche maxi cliente le cose per Steve Ballmer e Bill Gates non stanno andando benissimo.

Soprattutto adesso che la relativamente piccola SuSE è stata acquistata (a gennaio) da Novell e quindi la seconda distribuzione Linux può adesso contare sulla rete di distribuzione, rivendita e assistenza di uno dei principali (e più vecchi) attori del mercato dei software aziendali. Rischio forte per Microsoft, che ha deciso, quindi, di fare il colpaccio sul mercato dei venditori, acquistando lo “straniero” che dovrebbe fare la differenza.

L’importante è che non ci sia la reazione di SuSE sulla falsariga di quello che avvenne nel 1997. Allora Microsoft fece shopping in casa di Borland, assumendone alcuni impiegati e venditori chiave. La risposta fu una causa legale, successivamente patteggiata per non pochi soldi.

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