Se la sentenza dell’Unione Europea che la obbliga a separare Windows Media Player dal sistema operativo sarà applicata, il danno sarà grave ed irreparabile. Questa la presa di posizione, piuttosto prevedibile, con cui Microsoft sta cercando di convincere il presidente della corte di prima istanza Bo Vesterdorf a rinviare l’applicazione dei provvedimenti dell’UE.
Secondo quanto Redmond ha riferito davanti a Vesterdorf ‘l’UE vorrebbe che si creasse da zero una versione di Windows che Microsoft non ha mai previsto, un’imposizione che colpisce al cuore il modello di business e il design di Windows’. Tra le ragioni per cui la richiesta dell’Unione, che con la sentenza ha inteso punire pratiche giudicate non corrette e fondate su un abuso di monopolio da parte di Microsoft, dovrebbe essere respinta, anche il fatto che molti siti non funzionerebbero se si privasse Windows di Windows Media Player. Infine la separazione del player multimediale dal sistema operativo lascerebbe nell’incertezza i clienti che non sarebbero più in grado di predire la direzione di sviluppo di Internet Explorer. ‘Che cosa cadrà in futuro – ha detto Linda Averet, una delle portavoce di Microsoft – il sistema di grafica? Questo è un serio problema in prospettiva’.
Anche se il giudizio cui è chiamato Vesterdorf riguarda unicamente solo il differimento dell’applicazione della sentenza, che Microsoft vorrebbe differire al pronunciamento della corte d’appello, in realtà la maggior parte degli osservatori crede che si sia di fronte ad una svolta cruciale dell’intera vicenda che oppone la società di Gates all’Unione.
Nel caso Microsoft ottenesse il differimento, che sarebbe di qualche anno, anche se la corte d’appello dovesse darle torto il sistema avrebbe ormai assorbito e metabolizzato gli effetti dell’integrazione di Windows Media Player così che anche se la separazione dall’OS dovesse avvenire, lo spirito con cui l’Unione ha disposto il provvedimento andrebbe vanificato. E’ per questo che l’UE insiste perchè l’applicazione sia immediata, senza attendere la seconda istanza.
Da parte sua Microsoft replica sostenendo che se la corte d’appello dovesse, invece, darle ragione sarebbero le sue casse e il suo sistema di marketing ad avere sofferto un danno permanente e non rimediabile, in quanto sarebbe stata differita una soluzione tecnologica ritenuta indispensabile all’evoluzione del sistema operativo.
Il pronunciamento di Bo Vesterdorf è atteso tra diverse settimane mentre il confronto delle due parti dovrebbe terminare entro la giornata di oggi.