Microsoft non ne vuole proprio sapere di finire direttamente davanti alla corte suprema. La società di Redmond ha infatti rilanciato proprio ieri un altro appello, questa volta diretto proprio ai giudici dall’alta corte, perchè respingano la richiesta avanzata da Jackson e dal Dipartimento di Giustizia di saltare il passaggio intermedio della corte d’appello.
“Il giudice e il DOJ – dicono alla Microsoft – sostengono che il nostro caso è simile a quello di AT&T che venne mandato direttamente alla corte suprema sulla base delle norme stabilite dall’Expediting Act ma noi non crediamo che sia così”. In aggiunta a ciò Microsoft afferma anche che il caso è molto complesso, al contrario di quanto sostiene il DOJ che afferma, invece che è stata Microsoft a renderlo tale, e che per questo deve essere ulteriormente semplificato nel corso di un giudizio d’appello. Affermazioni, in particolare quello sulla complessità del giudizio, che suonano come un modo per convincere la Corte Suprema a rifiutare la richiesta del dipartimento di Giustizia. La Corte Suprema non è infatti molto propensa ad accettare casi complessi che finirebbero per bloccare la sua attività per mesi. E’ noto che l’insistenza di Microsoft per un giudizio d’appello deriva dalla convinzione che la corte bassa è storicamente stata sempre favorevole a Redmond e che la dilazione del giudizio della Corte Suprema a data da destinarsi consentirebbe a Gates di partire da una situazione di parità con il DOJ.
Secondo alcuni osservatori, comunque, Microsoft in base agli ultimi eventi non avrebbe molte possibilità di vedere accolte le sue richieste. Negli USA molti gruppi di opinione e associazioni di realtà che operano nel settore della tecnologia stanno facendo pressione perchè il caso segua la sua strada più breve che è quella che passa per la Corte Suprema.
Una decisione al proposito giungerà solo ad ottobre. Se la Corte Suprema accetterà il caso una sentenza finale arriverà entro 12 mesi.
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Microsoft: vogliamo un appello
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