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Molte visite pochi acquisti negli AppleStore USA

Molte visite, poche vendite. Questo potrebbe essere, in sintesi, il giudizio sui risultati ottenuti nei primi mesi di esercizio dai negozi Apple aperti sul territorio americano.
I dati, tutti da confermare, vengono diffusi dalla rispettata e autorevole newsletter dell’analista di mercato Charles Wolf. Secondo Wolf fino ad oggi solo l’1% di coloro che sono entrati in un negozio Apple alla fine è uscito con in tasca uno scontrino e tra le mani qualche cosa che fino a qualche istante prima stava sugli scaffali. Di fatto si tratterebbe di 8000 vendite visto che Apple stima in 800.000 le visite ai suoi negozi. La colpa, secondo Wolf, sarebbe di una competenza non straordinaria dei venditori in fatto di software e hardware Mac. Un dato che, sempre secondo la newsletter, verrebbe ammesso privatamente dalla stessa Apple e che sta suscitando l’attenzione di Cupertino in vista di rimedi da prendere nei prossimi mesi. L’obbiettivo è di incrementare la percentuale di acquisti per ogni cliente che entra nei vari negozi.
Per capire quanto per Apple potrebbe pesare un incremento in termini di vendite basti considerare che secondo Wolf si potrebbe facilmente arrivare ad un aumento della crescita della quota di mercato del 2,5%, passando dal 4 al 6,5% Basterebbe che dall’1% si passasse al 2% degli acquirenti su un numero di 100 negozi. Target che non appare impossibile se davvero, come sostiene Wolf, Apple pensasse di arrivare a 124 negozi entro la fine del prossimo anno. Ma questo dato appare piuttosto dubbio al momento in cui scriviamo; tutte le informazioni ufficiali di Apple non riportano un target di negozi da raggiungere entro la fine del prossimo anno e al momento i negozi aperti sono solo 27.
In ogni caso il primo obbiettivo è quello di aumentare la percentuale di chi acquista tra coloro che visitano, il secondo è quello di mantenere alcuni degli aspetti che stanno rendendo, in ogni caso, l’esperimento dei negozi una carta vincente: margini più alti, spesa più alta per ciascun acquirente e costi di gestione sotto controllo. Dati che già  da oggi hanno portato al pareggio gli investimenti attuati per i primi negozi aperti. Non male per un’impresa che nasce nel peggior momento possibile per l’elettronica di consumo e specie per i PC.

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