Motorola ha preso in licenza i processori ARM con architettura a 32 bit, dietro versamento di una cifra non pubblicata.
L’affare permette alla società delle alette di fabbricare e vendere processori ARM al fianco degli altri suoi prodotti per embedded systems, tra cui PowerPC, M-Core e ColdFire. à difficile non interpretare questa mossa come una pubblica ammissione che i produttori vogliono vedere sui loro dispositivi chip targati ARM piuttosto che Motorola.
“Stiamo rispondendo alle necessità dei clienti che vogliono massimizzare i loro investimenti su sistemi con software ARM-based” ha dichiarato Fred Shalpak, semiconductor chief di Motorola.
Il fatto é che ARM si é guadagnata un bel distacco vendendo i suoi chip a 32 bit nel mondo dei mobile devices, dei telefoni, delle digital cameras, dei PDA, delle set-top box, router, ecc., puntando sulla caratteristica “alte performance, basso consumo”. Un vecchio detto afferma “Se non puoi batterli, unisciti a loro” e così ha fatto Motorola per poter rispondere affermativamente a tutti coloro che chiedevano “Avete nulla di simile agli ARM?”.
Pare che il primo dispositivo basato su tali processori farà parte del mondo Wireless e potrebbe essere Motorola stessa a distribuirlo.
Non bisogna tuttavia dimenticarsi Palm che tuttora nella sua linea di handheld utilizza il processore a 16-bit Dragonball, proprio di Motorola. Una evoluzione della piattaforma dovrebbe verosimilmente portare tutto il software nel mondo dei 32-bit e ARM parrebbe una scelta ovvia per le fondamenta del nuovo codice.
à curioso ricordare come anche Apple in passato utilizzasse i processori ARM dentro l’ormai defunto Newton, che nelle versioni MessagePad 2000 e 2100 avevano raggiunto la ragguardevole velocità – per un dispositivo simile – di 160 Mhz.
[A cura di Enrico Querci]