La prima volta avevano deciso di chiamarlo Phoenix, come il mitologico volatile che risorge dalle sue stesse ceneri. Un’idea azzeccata, perché veicolava il concetto che dalle ceneri di Netscape, poi Mozilla, risorgesse il titanico avversario di Internet Explorer, uno dei più importanti e travagliati progetti del mondo Open Source.
Ma l’idea era talmente buona che l’aveva già avuta qualcun altro, oltretutto pensando bene di registrare come trademark il nome del prodotto. Ok, un po’ di ricerche sempre in ambito “classico”, e nasce Firebird, l’uccello di fuoco, che poi altro non è se non la giustapposizione in ambito musicale del mito classico Fenice, da parte di Igor Stavinsky. Da notare anche l’apprezzabile animé, cartone animato nipponico, con lo stesso nome, del maestro del manga Osamu Tezuka.
Purtroppo, però, anche qui il nome era già stato occupato precedentemente. Cosa fare, allora? Ennesimo cambiamento, altrettanto sfortunato. Firefox. Giusto il tempo di rilasciare un aggiornamento notturno alle build del browser targato Mozilla per scoprire che il nome appartiene già a una azienda che si occupa di una fiction ancora in progress, “Quailish Saga”. Tra l’altro, il nome Firefox, volpe di fuoco, è quello che appartiene a una specie di panda che vive nell’area dell’Himalaya e del Myanmar, il panda rosso.
Non sono solo gli indirizzi Ip a scarseggiare, dunque, ma anche i nomi dei software. E per adesso, in attesa di un nuovo capitolo della saga di Mozilla, rimane per sicuro solo il nome del client di posta elettronica, disponibile anche per Mac Os X come il browser, l’ottimo Thunderbird. Per adesso, almeno…
