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Musica legale ed illegale: file sharing assolto sul mercato

Settimana scorsa uno studio della NPD Intellect notava che la vendita del CD non subisce l’influenza degli MP3 scaricati illegalmente con metodi peer-to-peer.

Ora un’altra ricerca (360 KB), questa volta della HBS – Harvard Business School assieme all’Università  della Carolina del Nord, dice più o meno le stesse cose: l’impatto della pirateria musicale non muta gli acquisti musicali.

Osservando per diciassette settimane i 600 CD più venduti e 1,75 milioni di download in file sharing, paragonando le varie attività  di file sharing (3 milioni di utenti simultanei hanno condiviso 500 milioni di file su FastTrack/KaZaA), nella seconda metà  del 2002, si è notato che i dischi “top 25” di Billboard con vendite superiori alle 600.000 copie vengono acquistati ancora maggiormente: ogni 150 download illegali della stessa canzone contenuta in questi top-album, le vendite legali incrementano di una copia.

Secondo i professori Felix Oberholzer-Gee e Koleman Strumpf, da quando esistono i sistemi p-2-p, il numero di chi “consuma musica” è aumentato di molto, ma non tutti quelli che amano la musica erano precedentemente proprietari di CD.

Nel più pessimistico dei casi, sempre parlando della seconda metà  del 2002, ci vogliono almeno 5.000 download illegali per levare al mercato legale la vendita di 1 CD, la quota di musica “rubata” alla vendita dei CD corrisponde ad un massimo totale di 2 milioni di dischi. Si noti che dal 2000 al 2002 le vendite dei dischi sono scese di 139 milioni di pezzi, da un punto di vista statistico quindi il download illegale non ha affatto influenzato il declino di vendite.

Per la vendita di musica “marginale” (i CD venduti in meno di 36.000 copie, di solito dei generi jazz, latina e artisti emergenti), invece, il download influenza negativamente il mercato.

Secondo la RIAA – Recording Industry Association of America il calo di vendite dei CD è equivalente alla differenza che passa tra i 13,2 miliardi di dollari del 2000 agli 11,2 miliardi di dollari del 2003.

In Canada invece è successo un fatto curioso: la CRIA – Canadian Recording Industry Association, aveva chiesto ad un tribunale di identificare 29 “scaricatori” di musica illegale (al pari delle centinaia scovati in USA) ma il giudice ha rifiutato perché ha ritenuto che, sia il download di musica che l’upload (due figure non coincidenti, osservando il settore) presso un server disponibile al pubblico, sarebbero legali.

Sempre in Canada è atteso lo sbarco di Napster 2, dopo il recente sviluppo in Gran Bretagna, e Napster Lite sarà  la versione di Napster dedicata al solo download di brani singoli o album, altre versioni di Napster conterranno altre funzioni come l’ascolto di radio in streaming. La locale sede di Napster troverà  casa nell’Ontario, a Richmond Hill. Ad oggi in Canada gli unici servizi legali di vendita di musica digitale funzionanti sono Puretracks.com (solo per Windows) e Archambaultzik.ca (che però sembra più che altro un rivenditore online di CD).

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