Il 2004 è stato l’anno della musica digitale. A dimostrarlo sono le cifre dei siti che offrono download legali, quadruplicati rispetto all’anno precedente, e il numero dei brani scaricati, che sono stati 200 milioni. I dati sono contenuti in un comunicato della IFPI, l’International Federation of Phonographic Industries, che raggruppa le società che si occupano di produzione musicale.
à, in particolare, il numero dei brani venduti via Internet a suscitare ottimismo. Si tratta di un incremento di dieci volte rispetto al 2003, un chiaro segno, secondo l’IFPI, che il mercato sia è ormai avviato verso la maturazione. L’elevato numero dei rivenditori di musica on line, ben 230, che potrebbe far temere una polverizzazione del business e una dispersione degli standard, non sembra essere in grado di preoccupare i protagonisti della nicchia. Circa il 70% delle vendite è, infatti, in mano ad un unica realtà , Apple, con il suo iTunes Music Store, seguita da Napster, Music Match e Real.
Secondo John Kennedy, presidente della IFPI, il mondo della musica on line sembra avere oggi imboccato la strada giusta, quella che deve condurre alla semplicità d’acquisto in rete. Secondo l’associazione delle etichette, grazie al commercio legale on line, seguita da una fase repressiva che ha portato o porterà in tribunale 7000 individui che hanno perpetrato lo scambio in rete di file, ha determinato un calo della pirateria che è calata nel corso del 2004 rispetto al 2003.
L’IFPI è ottimista anche sull’anno in corso. La previsione è che il business, che ha toccato i 330 milioni di dollari, possa raddoppiare durante i 12 mesi appena iniziati. Entro il 2010 il fatturato della musica on line, che oggi incide per l’1/2% della nicchia, potrebbe toccare il 25%.
Lo spazio di crescita è evidenziato dal numero di coloro che hanno accesso ad Internet e hanno acquistato canzoni in rete: 10%. Un numero basso e che può essere facilmente incrementato secondo l’IFPI.