I greci lo avrebbero chiamato “peccato di hubris”, peccato di tracotanza. La posizione legale che Sco ha assunto da un anno contro Ibm (citata in giudizio per un risarcimento danni sino a tre miliardi di dollari) e indirettamente anche contro i padri fondatori di Linux, tra i quali il finlandese Linus Torvalds, accusando tutti di aver copiato dentro il sistema operativo Open Source parti del codice di Unix ha scatenato un attacco in stile Far West contro l’azienda.
Uno degli effetti del virus MyDoom, che sta piagando da una settimana le caselle di posta elettronica di tutta Internet e mettendo a repentaglio la sicurezza (se si può usare questa espressione) degli utenti Windows, è infatti anche quello di rendere i Pc basati sul sistema operativo di Redmond degli Zombie agli ordini degli ignoti autori del virus.
L’ordine che i computer zombie non possono rifiutarsi di eseguire è quello, nella variante a del virus, di inviare richieste dati ai server di Sco, sovraccaricandoli e costringendoli al tilt con un Ddos, un attacco distribuito finalizzato al sovraccarico del servizio. La variante b del virus, che ha iniziato a circolare poche ore dopo la prima, ha come obiettivo del medesimo tipo di attacco il sito di Microsoft, www.microsoft.com, che alcuni commentatori avevano identificato come la “longa manus” del’operazione legale di Sco, se non altro per via di un finanziamento che Redmond aveva sottoscritto a favore di Sco un anno fa per una cifra analoga a quella necessaria per coprire le ingenti spese legali di una vertenza contro Ibm.