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Negozi Apple, una nuova speranza

Non sarà  tutta rose e fiori l’avventura di Apple nel mondo dei negozi al dettaglio. La sfida lanciata da Cupertino meno di un mese fa con l’apertura di due negozi, anzi, nasconde numerose insidie tutte da affrontare con estrema cautela, in caso contrario l’impresa potrebbe tradursi in un disastro commerciale. Ma se Apple sarà  gestirla oculatamente questa risorsa potrebbe essere un’arma importante per una crescita sul mercato.La previsione è di Anthony Penzarella, un analista di IDC che ha recentemente stilato un rapporto sulla nuova impresa di Apple.Penzarella invita a riflettere che la ben più grande e popolare Gateway che prima di Apple ha aperto simili negozi, si è trovata ad affrontare problemi molto gravi nella loro gestione. Alcuni di essi sono stati chiusi, altri non rendono quanto previsto. Ciò è dovuto alla crisi del mercato informatico e alla sua saturazione che non determina ragioni impellenti di aggiornare i sistemi acquistati uno o due anni fa. Questa situazione potrebbe riverberarsi in misura ancora maggiore su Apple che debutta nelle rivendite al dettaglio proprio in un momento difficile.Penzarella però sostiene che la casa della Mela potrebbe avere qualche possibilità  di sfuggire ad un cocente fallimento o alle difficoltà  di Gateway se riuscirà  a sfruttare il modello innovativo di esperienza d’acquisto che essa propone. “Apple utilizza tattiche di vendita non usuali – sostiene Penzarella – utilizzando un sistema di esposizione dei prodotti che coinvolge anche altri dispositivi molto popolari, come telecamere e macchine fotografiche digitali”. Questo sistema che stimola la fantasia degli acquirenti mostrando loro che cosa si può fare con un computer, oltre che destinato ad essere copiato alla concorrenza, è in grado di spingere gli acquisti.Un fattore importante perchè i negozi possano realmente rappresentare un importante capitolo della strategia di Apple per la diffusione del marchio, precisa l’analista di IDC, è però l’accuratezza con cui essi verranno collocati. Non dovranno, infatti, entrare in concorrenza con i tradizionali rivenditori e il rispetto di quanto promesso poco prima del lancio della strategia: indirizzare gli acquirenti ai punti di assistenza tradizionale per eventuali riparazioni e l’assistenza.Un altro analista di IDC, Mark O’Donnel, porta invece il discorso sui margini di profitto che devono avere una loro coerenza per far sì che i negozi abbiano un senso economico. Da calcoli basati su precedenti esperienze nel settore e sui costi di affitto dei negozi oltre che sui possibili volumi di vendita Apple dovrà  tenere margini di profitto sulle macchine nell’ordine del 25%. Ma questo margine non sarà  sufficiente se i negozi ricaricheranno i prodotti delle terze parti nella media di mercato; normalmente i margini sugli accessori sono molto più bassi presso i rivenditori tradizionali, ma Apple sarà  probabilmente costretta a mantenere costi all’utente finale più alti.La relazione di O’Donnel e Penzarella si chiude su toni ottimistici: “Apple ha bisogno di nuove idee per aumentare la sua quota di mercato e i negozi potrebbero rappresentare questa nuova idea”

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