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Nel futuro di Google c’è un browser Internet?

A Bill Gates andrebbe di traverso il pranzo e, con tutta probabilità , anche la cena. Se Google volesse entrare nel settore dei browser, creando il suo navigatore di Internet, le cose per Redmond potrebbero mettersi malino.

Niente di drammatico, intendiamoci, però le quote di mercato del browser targato Microsoft, vale a dire Internet Explorer 6, non stanno crescendo con la stessa energia di prima. Certo, il mercato è quasi saturato e non ci sono materialmente altri navigatori da convertire, però è anche vero che le precedenti versioni del browser di Microsoft sono il peggior competitor.

Poi, viste le piaghe di sicurezza che affliggono Explorer, ecco Firefox (basato sul motore Gecko, che equipaggia anche Mozilla), Opera, e i browser numericamente minori, come Konqueror, Safari, OmniWeb, basati su Khtml, e Camino, basato invece su Gecko. Stanno tutti crescendo. Chi più chi meno. Sulla pelle di Internet Explorer.

La mossa di Google potrebbe essere dettata anche dall’invasione di uno spazio, quello della ricerca, perpetrato da Microsoft (con il search engine di Msn). Oppure dalla volontà  di conquistare il settore della ricerca dei dati in formato locale, dove sia Microsoft che Apple stanno spiegando le proprie “armi”. A dire il vero, Apple, perché il motore di ricerca evolutissimo all’interno di Longhorn ancora non arriverà  per un paio se non tre anni.

Google non è nuova al settore delle applicazioni. Prima con una piccola aggiuntina ad Explorer, la Google Search Bar, una specie di piccolo programma che si inserisce come un plug-in all’interno di Explorer per Windows. Poi con il software per l’organizzazione delle immagini, frutto dell’acquisizione di una piccola società  statunitense, Picasa. Anche questo solo per Pc. E poi?

Il passo sarebbe breve: le due principali tecnologie di interpretazione e rendering dell’html, al di fuori di Internet Explorer, sono Gecko e Khtml. Il primo “pompato” dagli sforzi della comunità  internazionale di sviluppatori open source, il secondo idem con in più il consistente aiuto di Apple che lo ha reso competitivo con i due più quotati avversari. Opera, software proprietario, ha il suo massimo nel settore dei telefoni intelligenti e una onesta quota di mercato nei Pc e nel settore Mac. Ma non mette a disposizione il suo “motore” a terzi.

Ecco quindi che Google potrebbe far shopping e lanciare un prodotto innovativo, chiamiamolo GBrowser, che potrebbe anche funzionare come chiusura della volta. Il software potrebbe essere l”architrave per accedere in modo nativo ai servizi di Google online: news, posta elettronica, ricerca, informazioni commerciali, blog e quant’altro (Gmail, Google, Gnews, Froogle, Blogger). In più, potrebbe essere l’apertura per servizi di ricerca costruiti in locale e non online sui dati contenuti nell’hard disk. E per Microsoft, comincerebbero davvero i problemi, perché perderebbe il controllo dei pc sui quali viene installato il suo stesso sistema operativo. Senza parlare di Yahoo e Aol…

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