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Palm OS 5: si salvera’ dalla maledizione di Nagel?

Palm e’ una azienda per molti versi accomunabile ad Apple: ha avuto una carica innovativa iniziale quasi paragonabile ed e’ amata incondizionatamente da moltissimi utenti-fan, ma ad un certo punto della sua storia ha iniziato ad essere attaccata duramente da altri sistemi nati sulla sua scia, nella fattispecie i palmari basati su sitemi operativi (guardacaso) Win CE, che hanno iniziato ad eroderne il mercato.

Ancora: Palm utilizza processori Motorola, come Apple, e proprio come la casa di Cupertino, e’ attualmente in difficolta’, tra le altre cose a causa dei processori meno prestanti della sua piattaforma rispetto a quella della concorrenza, tanto che con l’annunciato OS 5, Palm iniziera’ la migrazione verso l’architettura ARM.

Come Apple, Palm si e’ trovata in difficolta’ nel creare un nuovo sistema operativo dotato di caratteristiche moderne, ed ha deciso di acquistare un prodotto dall’esterno: BeOS.

Infatti il 13 Novembre 2001, Palm annunciava il completamento dell’acquisto di tutta la proproeta’ intellettuale e degli asset tecnologici di Be per 11 milioni di dollari in azioni Palm e in concomitanza arruolava anche alcuni membri chiave del team di Be.

Curiosamente, prima della acquisizione di Next da parte di Apple, circolarono molte voci sulla possibile scelta di BeOS come nuovo OS, voci che raggiunsero il culmine al Macworld Expo del 1997, quando al Macworld Expo sembro’ cosa fatta la acquisizione di Be, fondata da Jean-Louis Gassee, un ex-dirigente Apple.

La relazione Palm – Apple e’ cosi’ naturale che persino alcuni membri del management amministrativo e tecnico di Palm sono ex-dipendenti di Apple, in particolare Steve Sakoman (chief operating officer), Doug Solomon (chief strategy officer), Satjiv Chahil (marketing chief) e il CEO David Nagel.

David Nagel, giunto in Palm dopo aver ricoperto una carica importante in AT&T, e’ stato per anni Senior Vice President di Apple, ed e’ tristemente noto agli hardcore fans di Apple per essere stato uno dei coordinatori di Copland, il sistema operativo che, sviluppato internamente, avrebbe dovuto rimpiazzare il System 7 e dotare il Mac di caratteristiche molto superiori alla concorrenza.
Fu proprio Nagel, al Macworld Expo dell’Agosto del 1995, ad annunciare alla folla che Copland sarebbe giunto sui desktop dei Mac verso la meta’ del 1996, e ad dichiarare nel Novembre dello stesso anno che era stata inviata una beta agli sviluppatori.
Verso la fine del 1996, Apple decise di gettare a mare il progetto Copland, che puo’ essere ricordato come una delle operazioni fallimentari piu’ colossali della storia dell’informatica personale tanto che costrinse Amelio a “comprarsi” Next e a far rientrare Steve Jobs a Cupertino con l’esito (positivo) che tutti conosciamo.

Oggi, e’ ancora Nagel a dare l’annuncio del Palm OS 5.0, ma le caratteristiche descritte non sono quelle che si sarebbero attesi coloro che hanno avuto modo di provare BeOS.
Cio’ che e’ stato annunciato puo’ sostanzialmente essere riassunto in:
– maggiore sicurezza
– supporto per 802.11b e Bluetooth
– risoluzione di 320×320

Palm OS 5.0 e’ un port dell’attuale OS alla architettura ARM, non un nuovo sistema operativo: manca delle caratteristiche necessarie ad un sistema moderno quali memoria protetta e multitasking, e sembra essere una manovra per poter uscire con le nuove macchine prima che il vero nuovo OS sia realmente pronto.

Ma quando sara’ realmente disponibile?
Pare, si dice, si mormora che sara’ necessario ancora un anno da oggi, ma e’ dal 1999 che si susseguono voci in questo senso, e gia’ allora gli sviluppatori erano furiosi di apprendere che avrebbero dovuto aspettare fino al “tardo 2000/inizio del 2001” per poterci iniziare a lavorare sopra.

La combinazione di Palm con Be, sulla carta, pare vincente, ma occorre che vengano stretti drasticamente i tempi, o il rischio e’ quello di un lento soccombere, un quarto fiscale alla volta, allo strapotere delle macchine basate su Windows CE.

A questo punto la domanda e’: riuscira’ Palm ad evitare la maledizione di Nagel?

[A cura di Marco Centofanti]

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