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Per Think Secret un ‘€œprincipe del foro’€

Il battage mediatico suscitato intorno alla vicenda della querela di Apple ai danni di Think Secret porta i suoi frutti. Il sito dedito alle indiscrezioni, che aveva anticipato gli annunci di San Francisco suscitando la reazione di Cupertino, guadagna infatti la difesa di uno avvocato di primo piano: Terry Gross, titolare dello studio Gross & Belsky LLP , una realtà  che non solo si è occupata di importanti cause nell’€™ambito dei diritti e delle liberà  civili, ma che è anche specializzata nella loro trasposizione nei media e nei nuovi media.

Negli USA Terry Gross è noto per avere rappresentato alcuni nativi americani delle tribù Navajo nel tentativo di trasferimento dalle terre ancestrali perpetrato ai loro danni dal governo degli USA. Gross ha rappresentato anche alcuni cittadini irakeni cui era stato negato l’€™imbarco su aerei americani durante la guerra nel Golfo ed è stato l’€™avvocato della vedova di Salvador Allende nella causa contro il governo americano nella politica di esclusione ideologica.

Nel caso di Think Secret, però, Gross attingerà  alla sua esperienza nell’€™ambito dei media informatici. Programmatore di IBM in gioventù, l’€™avvocato è il consigliere della Electronic Frontier Foundation, un’€˜associazione americana che si preoccupa di difendere le liberà  civili nell’€™ambito della tecnologia e delle comunicazioni elettroniche. Tra i suoi trascorsi anche un posto nella commissione consultiva della causa contro Microsoft per esercizio illegale di monopolio, oltre che, soprattutto, molti casi nell’€™ambito della diffamazione a mezzo stampa e libertà  di parola.

‘€œThink Secret è protetto dal primo emendamento ‘€“ sono state le prime parole di Terry Gross ‘€“ la Corte Suprema ha già  decretato che un giornalista non è punibile per la pubblicazione di informazioni che ha ottenuto legalmente e Think Secret non ha usato alcuna tecnica illegale per scrivere le sue notizie. Chiederemo alla corte di dismettere immediatamente il caso sulla base del primo emendamento’€.

Ricordiamo che Apple ha chiesto non solo che il tribunale obblighi Think Secret, e per la precisione il suo direttore Nicholas Ciarelli, a rivelare la fonte delle sue informazioni, ma, inusualmente per il panorama americano, ha anche chiesto che il sito risarcisca i danni provocati con la pubblicazione delle notizie ottenute, secondo Apple, da individui che avevano firmato un accordo di riservatezza.

Think Secret, il cui caso è stato al centro di articoli pubblicati, tra gli altri, dal Washington Post e dal Wall Street Journal, aveva fatto sapere di non avere fondi sufficienti per difendersi dalle accuse di una corporation di livello internazionale come Apple. Alcuni lettori, prima che Terry Gross (per iniziativa della Electronic Frontier Foundation) intervenisse, avevano lanciato una sottoscrizione e presentato un appello per dare al giovane (solo 19 anni) giornalista studente di Harvard, il necessario sostegno per contrastare in tribunale le accuse di Cupertino.

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