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Photoshop 6: altre novità 

Nel nostro precedente articolo abbiamo elencato alcune delle caratteristiche più importanti di questa nuova release di Photoshop. Questa volta, ci soffermeremo su alcune importanti novità  che nel nostro precedente articolo non avevamo elencato:

– La versione 6 di Photoshop non ha più il limite dei 99 layer. Teoricamente, adesso è possibile utilizzare un numero di layer infiniti. La versione beta di Photoshop è in grado di gestire fino a 500 layer: un numero così elevato di layer richiede uno strumento o un metodo che in qualche modo renda più agevole la loro gestione, ecco perché questa versione offre la possibilità  di suddividere i layer in gruppi e di assegnare una diversa colorazione ad ogni singola miniatura che rappresenta il livello.

-Nel nostro primo articolo su Photoshop avevamo sottolineato l’importanza del nuovo strumento che consente di disegnare figure vettoriali. Questo tool è molto potente, grazie anche al fatto che ora lo strumento per il disegno delle linee di Bezier e gli elementi della palette “pathfinder” ora sono completamente integrati. E’ quindi possibile applicare sui vettori comandi quali: “add”, “subtract”, “merge add” e “merge subtract”. Da notare che adesso anche il testo può essere gestito come se si trattasse di linee vettoriali.

– Il nuovo GoLive 5 può già  importare i file di Photoshop. In aggiunta a ciò, il nuovo ImageReady offre la possibilità  di creare codice già  ottimizzato per GoLive.

– Photoshop supporta adesso l’import/export di formati “esotici” quali il PBM, l’RLA di Wavefront e il Pix di Alias. Più utili, invece, ci sembrano i cambiamenti ai formati già  esistenti: ora è possibile salvare i layer anche quando si sfrutta il TIFF o il PDF per salvare un file. Salvando un file in formato TIFF viene ora più offerta anche la possibilità  di sfruttare algoritmi di compressioni interni quali il formato ZIP e lo JPEG.

– Il nuovo Adobe Color Engine (ACE) usato in Illustrator 9 è stato implementato nel programma.

– Photoshop 6.0 comprende un’ampia serie di comandi per la formattazione di font asiatici tra cui “Tsume” per la crenatura manuale, “Tate-chu-yoko” per l’impostazione di testo orizzontale all’interno di testo verticale, “Kinsoku shori” per l’impostazione delle interruzioni di parola, “Burasagari” per la punteggiatura esterna e “Mojikumi” per la crenatura automatica e la giustificazione.

– Nuovi comandi di ottimizzazione graduale consentono ora di usare i canali alfa a 8 bit per variare progressivamente le impostazioni di compressione in un’immagine. Questa tecnica consente di ottenere risultati di alta qualità  in aree critiche dell’immagine senza doverla sezionare o dover gestire i file distinti prodotti dal sezionamento. Anziché limitarsi alle aree rettangolari prodotte dal sezionamento, è possibile ottimizzare un’immagine usando i contorni naturali delle sue diverse aree. Questa ulteriore ottimizzazione consente di produrre variazioni graduali nel dithering GIF, nelle impostazioni di perdita GIF e nella compressione JPEG. I comandi di ottimizzazione graduale consentono anche di perfezionare i colori nelle aree selezionate dell’immagine man mano che si generano palette di colori personalizzate.

Non è ancora ben chiaro, invece, se la nuova versione del programma è scrivibile con AppleScript in modo nativo (senza bisogno di plug-in di terze parti tipo “PhotoScripter” della Main Event Software). Rendere un programma del calibro di Photoshop gestibile con AppleScript spalancherebbe le porte ad una serie infinita di possibilità  che ora gli sono precluse. L’utente potrebbe scrivere dei programmi “intelligenti”, in grado di automatizzare il proprio lavoro. Con dei semplici programmi “draggabili” si potrebbero trascinare sulla loro icona le foto da trattare in un certo modo; con degli “hot folder” si potrebbero far gestire dei flussi di lavoro ad un Mac con Photoshop come server di sistema… e potremmo continuare oltre!

La cosa strana è che già  dalla versione 5, andando con lo Script Editor ad aprire i dizionari delle applicazioni, è possibile costatare che i plug-in del programma possiedono una serie di parole chiave gestibili con AppleScript…

[A cura di Mauro Notarianni]

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