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Riprende il processo Microsoft

Ricomincia oggi la contesta tra Microsoft e il Dipartimento di Giustizia. Proprio oggi, infatti, di apre il processo di appello che dovrà  decidere se Microsoft ha effettivamente infranto la legge con le sue pratiche commerciali o se le accuse del DOJ, confermate dal giudice Jackson che ha condannato Microsoft alla separazione in due differenti entità , siano da rivedere.
Il nuovo processo non prevede, come determinato dalla legge americana, nuove sedute testimoniali. Si tratterà , invece, di uno scambio di documenti con i quali le due parti cercheranno di convincere i giudici della bontà  delle proprie posizioni.
Questa mattina, ora americana, si comincia con Microsoft. Da Redmond giungerà  un faldone di 150 pagine nelle quali gli avvocati della società  delle Finestre sosterranno di non avere in alcun modo impedito la commercializzazione di Netscape e che le sue pratiche sono sempre state rispettose della legge e volte solo a migliorare la qualità  dei propri prodotti.
Parallelamente Microsoft cercherà  di screditare alla base il processo, accusando il giudice Jackson di parzialità . Nei mesi scorsi, più volte, Microsoft ha sostenuto che il giudice che l’ha condannata alla suddivisione in due società  più piccole ha impedito agli avvocati e ai testimoni a suo favore di presentare correttamente lo svolgersi dei fatti.
Dopo la presentazione del documento di oggi il DOJ avrà  fino al prossimo 12 gennaio per sottoporre un suo documento di replica. Poi, probabilmente il 26 febbraio, gli avvocati si presenteranno per una seduta riservata alle argomentazioni orali. Il giudizio potrebbe non essere pronunciato fino alla prossima primavera inoltrata ma non sarebbe neppure questo il punto finale della vicenda, iniziata nel 1998. Sia il DOJ che Microsoft hanno già  detto di voler andare di fronte alla Corte Suprema. Questo potrebbe significare che un giudizio finale arriverà  non prima del 2002. Non è neppure escluso che la Corte d’Appello rinvii il caso al giudice Jackson. A sua volta Jackson ha già  fatto sapere che rinuncerà  al riesame se dalla Corte d’Appello giungerà  una radicale smentita delle sue tesi
Secondo alcuni osservatori, questo potrebbe essere possibile. Microsoft in questa fase gode di un vantaggio determinato dall’orientamento politico della corte, che si schiererà  al completo ed è di costituita in prevalenza da giudici conservatori. In passato, d’altra parte, Microsoft ha già  passato indenne casi come questo proprio per le assoluzioni in appello. Non a caso Redmond si è opposta allo Expediting Act, una norma che prevede esplicitamente il salto del grado di giudizio in appello, sollecitato da Jackson e il DOJ, pensando di avere un giudizio favorevole che equilibrerà  quello pronunciato in primo grado.

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