4,25 milioni di dollari ecco quanto è costato a Sony il tentativo, malriuscito, di creare un sistema ‘innovativo’ per impedire la copia della canzoni da CD. La somma, versata agli Stati Americani che avevano portato in tribunale il colosso dell’elettronica, servirà a risarcire i clienti che si erano trovato il sistema operativo (Windows) modificato con una tecnica tipica dei rootkit, come sono chiamati i software pirata che nascondono componenti in profondità nell’Os al fine di prendere il controllo del sistema operativo o aprire delle backdoor.
Nel caso specifico il sistema di protezione dalla copia dei CD faceva anche molto altro, oltre che installare anonimamente un software che controllava le azioni compiute con il Cd: obbligava il computer ad usare un player di media predefinito, segnalava l’indirizzo Internet del computer ad un sistema remoto e identificava i CD utilizzati sul computer. Come se questo non bastasse la falla aperta dal software, sviluppato da una terza parte, poteva essere sfruttato dai pirati informatici per causare danni di portata enorme ai computer dove esso risiedeva.
Comprensibile il fatto che su Sony siano piovute cause a iosa. Anche una Alcei, una società italiana che opera nel campo delle libertà digitali si era fatta avanti presentando un esposto alla Guardia di Finanza.
Ora, almeno per gli americani residenti in 40 Stati che hanno raggiunto un accordo con Sony, il caso è chiuso con un risarcimento pari a 175 dollari per i danni che il software potrebbe avere provocato al computer.