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SCO UNIX contro IBM-Linux: accuse burla?

Antefatto: SCO, la società  che detiene i diritti di Unix accusa IBM di averne diffuso parti coperte da copyright al mondo open source che le ha incluse in Linux.

Nell’incontro del 18 Agosto SCO ha affermato che ci sarebbero “milioni di righe” di codice copiate.
Questo è quantomeno sorprendente, alla luce del fatto che le ultime versioni del kernel contano circa 3 milioni e mezzo di righe, ma lo è ancora di più se consideriamo che la stessa SCO ha dichiarato in passato che solo il kernel della serie 2.4 è sotto accusa, e il kernel 2.2 (la versione stabile precedente, appunto) è formato da circa 1.8 milioni di righe.

Quindi ci sarebbero “milioni di righe” copiate sugli 1,5 milioni di righe restanti, e oltretutto molti dei miglioramenti del 2.4 non proveengono neppure da IBM (che è l’azienda chiamata in causa di SCO).

Ma questo sarebbe il meno: la parte comica della vicenda deva ancora arrivare.

La presentazione svolta a Las Vegas si è basata su un file PowerPoint che mostrava fianco a fianco estratti del codice di Linux e dello Unix di SCO.

Il codice di SCO era offuscato tranne che per piccole porzioni, ma la comunità  Open Source ha presto capito che SCO si era limitata a convertire i caratteri nell’alfabeto greco antico, quindi è stato banale decrittare il “segreto industriale”!

Che cosa appare dunque nelle slides PowerPoint?
In un caso il codice incriminato implementa il firewall BPF, creato nei Lawrence Berkeley Laboratory, a sua volta derivato da studi delle università  di Stanford e Carnegie-Mellon e in seguito inserito da SCO nel suo Unix System V.
Il codice in questione è sotto licenza BSD, quindi liberamente utilizzabile, e non è proprietà  di SCO.

Nel secondo esempio, il codice C mostrato ha persino errori di sintassi che non ne permettono la compilazione, quindi non possono ovviamente appartenere
al ramo “stabile” di Linux.
Si tratta di materiale che era presente nel port IA64, e che è stato eliminato da tempo perché di qualità  scadente.
Si tratta in ogni caso di codice di AT&T e rilasciato ben due volte sotto licenza BSD: la prima da una divisione di AT&T e la seconda da Caldera, che ora è proprio la stessa SCO.
Anche in questa occasione non esiste quindi violazione dei copyright.

[A cura di Marco Centofanti]

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