Sta costando cara a SCO la crociata anti-Linux. Secondo quanto si apprende dal bilancio della società che ha querelato IBM con l’accusa di avere distribuito, perché diventasse parte del sistema open source, porzioni del codice Unix di sua proprietà , la causa legale starebbe pesando in maniera sostanziale sui profitti.
Il trimestre si è infatti chiuso con perdite per 1.6 milioni di dollari contro i 2.7 dello stesso periodo dello scorso anno, ma se SCO non avesse dovuto pagare ben 9 milioni di dollari all’equipe di avvocati che l’assiste nella causa, la società di Salt Lake City avrebbe avuto un profitto di ben 7,9 milioni di dollari.
Da notare che il fatturato di SCO per il trimestre è stato di 24,3 milioni di dollari, come dire che le spese legali hanno pesato per quasi il 40% del fatturato del trimestre, spese che hanno ridotto a soli 5,3 milioni di dollari il profitto annuale che poteva invece essere di 14,3 milioni di dollari.
SCO, in ogni caso, pare ben decisa a mantenere la barra dritta nella sua battaglia contro IBM e Linux. La conferma giunge della notizia secondo cui proprio nei giorni scorsi è partita una seconda ondata di lettere a grandi clienti Linux. La missiva chiede alle società di certificare per iscritto il rispetto della licenza d’uso del codice Unix e che non ne fanno un utilizzo illegale mediante l’impiego di Linux.