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Spotlight, i formati supportati dal motore di ricerca di Apple

Spotlight potrebbe cambiare il modo in cui lavoriamo o ci divertiamo con il nostro Mac. Grazie alle funzionalità  del motore di ricerca basato su di una struttura di meta-dati, infatti, sarà  possibile trovare alla velocità  della luce tutto quello che è contenuto nel nostro hard disk con una miriade di criteri di selezione e attraverso tantissimi formati diversi di documenti.

Ma come funziona Spotlight? Sappiamo dalle prime dichiarazioni (anche di Steve Jobs durante le presentazioni di Tiger Mac Os X 10.4) che l’idea è venuta considerando quanto sia veloce iTunes nel far ritrovare agli utenti i brani ricercati, e quanto sia flessibile nei criteri di ricerca. Come mai? Perché non cerca direttamente gli oggetti scansionando tutto l’hard disk, ma perché si basa su un database di meta-dati precostituito. I meta-dati sono dati sui dati, come dire un indice che contiene quanto è di più significativo all’interno dei vari file contenuti nell’hard disk. In questo modo, durante la ricerca, anziché andare a “scavare” tra i file veri, si fa una ricerca sull’indice e poi si salta direttamente al file associato.

La struttura pensata da Apple è particolarmente potente perché strutturata sulla base di plug-in, cosa che garantisce una forte flessibilità  e potenzialmente espandibilità  infinita. L’indicizzazione e l’aggiornamento dei dati della base di meta-dati avviene in background in modo dinamico ed è pensata per garantire la più totale trasparenza d’uso e semplicità  per l’utente ma allo stesso tempo potenza e versatilità .

Apple mette a disposizione degli sviluppatori, infatti, un set di Api (application program interfaces) che consente di creare plug-in o inserire le funzionalità  di ricerca direttamente dentro le applicazioni Cocoa.

La modularità  è fondamentale perché consente di creare quella piccola rivoluzione che già  sappiamo arriverà  con Mac Os X 10.4, vale a dire smart folders in tutte le applicazioni di Apple (o quasi). Rubrica, Mail, Finder e via dicendo: ciascuna potrà  accedere e dialogare con il meta-database di spotlight e organizzare i dati in maniera dinamica, creando per esempio una cartella che contenga una serie di file – a prescindere da dove vengano salvati – ciascuno dei quali abbia un determinato tipo di criterio e contenuto, data di creazione, parola chiave, dimensione e via dicendo.

Di ciascun file verranno infatti raccolte una serie di caratteristiche sia per la “forma” che per il “contenuto” che popoleranno il meta-database al quale accederà  Spotlight e i vari servizi di Mac Os X 10.4

Ma quali saranno i file supportati direttamente da Apple, prima che terze parti possano generare plug-ins per estendere ancora di più il campo dei formati indicizzabili? Vediamoli brevemente:

Testo:
Plain Text, Rtf, Pdf, Mail, contatti Rubrica – Address Book, i documenti di Office della Microsoft nei formati Excel e Word (niente mail di Entourage e PowerPoint, a quanto sembra), Keynote, Photoshop, tutte le applicazioni, tutte le cartelle.

Video:
Mp3, Aac, Mov

Immagini:
Jpeg, Gif, Tiff, Png, Exif

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