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Stop all’accordo di Microsoft con i privati

Il giudice Motz dice no a Microsoft. Il magistrato, che doveva fornire il suo parere sull’accordo che avrebbe messo fine al confronto tra Redmond e i privati che l’avevano chiamata in causa per le conseguenze dell’esercizio illegale del monopolio sui sistemi operativi ha reputato non ammissibile la mediazione. Microsoft, quindi, non potrà  ritenere assolti i suoi obblighi fornendo un miliardo di dollari in software alle scuole più povere d’America.
Secondo Motz da una parte la somma che Microsoft avrebbe destinato alla gestione della donazione non era sufficiente e dall’altra, soprattutto, ha ritenuto problematico, dunque inammissibile l’accordo se “visto nel contesto della potenziale impatto negativo sulla concorrenza”
Motz nella sua sentenza cita esplicitamente Apple come una delle aziende che avrebbe avuto maggiori danni dall’accordo “nonostante a prima vista l’accordo appare neutrale sotto il profilo della piattaforma, l’accordo – scrive Motz – suscita domande legittime visto che sembrerebbe inondare le scuole, dagli asili alle scuole superore, con software Microsoft e PC ricondizionati. In questo particolare settore del mercato Microsoft non è tradizionalmente un protagonista assoluto, specie in rapporto con Apple”. Secondo Motz, infatti, i computer ricondizionati arriverebbero largamente da uffici pubblici che usano al 95% PC e non Mac. “Questo porterebbe ad un incremento, sia in termini assoluti che in termini relativi ai Mac, utilizzati dalle scuole”. Con il risultato di determinare un declino nello sviluppo del software per Apple e riducendo l’appetibilità  dei prodotti Apple. Poi secondo Motz concedere gratuitamente software alle scuole solleva questioni in chiave anti-trust visto che donare software può essere inteso anche come una tattica predatoria sui prezzi, approvata da un tribunale. Infine il miliardo di dollari di valore che avrebbe il software non è valutabile in termini effettivi per quanto concerne la sua capacità  di riparare al danno. Il tribunale, insomma, non è in grado di stabilire, per non avere potuto approfondire l’argomento, quali sarebbero stati i termini del risarcimento se il processo fosse andato fino in fondo.
Ricordiamo che alcune società , tra cui in prima fila proprio Apple, avevano avanzato vibrate proteste al momento della pubblicizzazione dei termini della mediazione usando argomenti simili. Secondo Cupertino donare un miliardo di dollari in software alle scuole, per Microsoft invece di una punizione rappresentava un premio. Il costo reale per Microsoft, sempre secondo Apple, sarebbe stato di gran lunga più basso di quello dichiarato e in secondo luogo l’arrivo nel settore didattico di una così ingente quantità  di pacchetti avrebbe distorto il mercato. La soluzione proposta da Apple era il pagamento in contante della stessa somma.
Microsoft si è detta dispiaciuta della sentenza. “Siamo andati molto lontano tentanto di mettere insieme questa proposta di accordo – ha detto Tom Burt, consigliere generare di Microsoft nel corso di una conferenza stampa – pensavamo che fosse un modo alternativo per risolvere una contesa giudiziaria e portare benefici reali alle scuole più povere di questo paese”
Ora i processi dovrebbero continuare separatamente, ciascuno nello stato di competenza. Molto probabilmente alcuni di essi termineranno entro il mese di agosto.

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