Sun aveva dichiarato, attraverso il blog del suo Ceo, di voler combattere duramente la guerra del valore per i clienti. Contro Ibm, contro Hp, a favore del mercato. Adesso, portando Solaris 10 – il sistema operativo proprietario dell’azienda – nel reame del codice aperto, sferra forse la mossa più importante per il suo futuro.
Negli ultimi due anni, infatti, si è molto discusso sui giornali e i siti web dedicati all’informazione tecnologica su quello che l’avvenire riserverà a uno dei nomi storici dell’informatica. Sun, madre di Java ma anche di molti altri progetti hardware e software, tra i quali i processori Sparc e UltraSparc e OpenOffice, metterà dunque il suo sistema operativo a disposizione di tutti gli sviluppatori con la licenza appena coniata “Common Development and Distribution license”.
Mentre è da notare che la licenza in questione non è né la Gpl né una delle Creative Commons, si può anche sottolineare che il codice del sistema operativo non viene “aperto” in un unico colpo ma lo sarà in più tranches. Da qui una prima considerazione di molti siti di analisi statunitense circa la validità dell’operazione: è sostanza o si cerca solo di far rumore con l’Open Source? Nelle prossime settimane, quando il polverone delle pubbliche relazioni di Sun (che negli ultimi mesi è diventata molto brava a far parlare bene di sé) si sarà posato saranno possibili analisi più precise.