Era l’Internet Provider che aveva raggiunto la posizione numero due in Europa (dietro a T-Online) tra i fornitori di connettività al web, ora la sarda Tiscali, con debiti pari a 370 milioni di euro, con il fondatore Renato Soru impegnato ormai nella politica regionale e con 250 milioni di bond in scadenza il prossimo luglio, ha dovuto tagliare molte delle sue ramificazioni europee.
Entro l’anno varie succursali nazionali di Tiscali concluderanno le loro attività perché vendute ad altri operatori, alcune sono operazioni già delineate altre sono in corso o solo ipotizzate dagli analisti di settore.
Tiscali Austria è stata ceduta a Nextra Telecom per 12 milioni di euro; Tiscali Norvegia è stata ceduta a Telenor per 6 milioni di euro; Tiscali Sud Africa è stata ceduta a MWEB per 40 milioni di euro.
Per convenienza ad oggi si vedono sulle homepage di alcuni di questi ex siti di Tiscali che la denominazione Tiscali continua a sopravvivere.
Tiscali si concentrerà su attività nazionali più redditizie come quelle italiane, britanniche, francesi, tedesce, olandesi, belghe e lussemburghesi.
Negli ultimi mesi di sofferenza di Tiscali si era parlato anche di Microsoft quale potenziale compratore interessato alle attività dell’operatore sardo, con la quale già collaborava per l’avventura musicale di OD2.