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Un centro di ricerca italiano sulla telematica destinato a scomparire

A raccontarla per intero sarebbe una di quelle storie che troviamo spesso nelle inchieste giornalistiche d’oltreoceano e pure i protagonisti potrebbero fare parte di una azienda della Silicon Valley o del New England tecnologico.

Ma la realtà  è quella comune a tante aziende innovative sparite nel nostro paese nel vortice di partecipazioni (statali), dismissioni, trasferimenti di know how, migrazione di cervelli dai poli tecnologici tanto a fatica creati verso realtà  estere. La storia è quella di CNX, una società  partecipata al 100% da Siemens, così come ce la racconta Luigi D’Andrea.

La realtà  nasce agli inizi degli anni ottanta con la trasformazione dell’Italtel

Oggi il centro si occupa di realizzazione di reti fisse, LAN MAN e WAN, basate su Ethernet e SDH per il trasporto a lunga distanza su fibra ottica. Il prodotto di punta e’ l’apparato hiT 7070, che può integrare svariate schede SDH e per il trasporto a lunga distanza (maggiori di 15 Km) e schede ethernet (Fast e Giga) nonche di switch di livello2. In passato i prodotti di punta sono stati gli SX-A e SX-D che fondamentalmente erano dei crossconnettori SDH.

Ma un centro di Ricerca e sviluppo nasce per lavorare su nuovi prodotti e nelle nazioni più evolute ha uno stretto collegamento con il mondo accademico: a parte i riconoscimenti avuti dalla Siemens come centro di eccellenza, esiste un rapporto privilegiato di CNX per studi e ricerca con l’Università  degli studi di L’Aquila; oltre a questo si stavano allacciando rapporti anche con l’Università  di Ancona e in futuro con l’Università  di Lecce.
La sinergia con l’Università  doveva servire a creare delle reali opportunità  di crescita per il laboratorio e per la ricerca in Italia.
Dice D’Andrea:”Il mondo universitario/ricercatori dovrebbe capire che, al di la’ di quello che si produceva qui, finiti noi si perde luna bella fetta di opportunità  di lavorare nella ricerca e di far crescere la ricerca in Italia.”

Negli ultimi 2 anni il centro di R&D della C.N.X. Siemens S.pa. ha sostenuto tra le altre cose cinquanta attività  di tirocinio universitario e di Stages postlaurea svolte presso la propria sede in collaborazione con l’Università  degli Studi dell’Aquila e Un Master universitario postlaurea per laureati di 1° Livello sulla “Progettazione e Gestione di Sistemi avanzati di Telecomunicazioni”.

Venticinque lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali specialistiche o presentati a congressi italiani ed internazionali, promossi da enti universalmente riconosciuti nell’ambito scientifico (IEEE, LEOS, Optical Society of America).Questi lavori sono stati prodotti sia autonomamente che in collaborazione con l’Università  degli Studi dell’Aquila, 2 WorkShops internazionali frutto di una collaborazione con l’Università  degli Studi dell’Aquila. Sono stati inoltre registrati dodici Brevetti di livello Europeo ed ExtraEuropeo.

Bene, cosa accade a tale perla rara nel disastrato mondo della ricerca tecnologica in Italia?

Dopo tanti passaggi di mano che vedono la progressiva riduzione del personale e l’attuale eccellenza della sua attività , la Siemens ha deciso la vendita della CNX ad una azienda che produce cavi e connettori e che quindi ha ben poco a che fare con Ricerca e Sviluppo.

Ciò significa che in un paio di anni i 230 ricercatori saranno tutti a spasso.

Dopo dieci giorni di occupazioni, manifestazioni e scioperi di cui nessuna testata giornalistica nazionale sembra doversi occupare, Luigi ha iniziato a scrivere ai siti come il nostro che si occupano di tecnologia.

MacityNet fare ben poco se non dare un minimo di amplificazione a questo caso e segnalare ai propri lettori uno degli ennesimi sprechi italiani, ancora più grave perchè riguarda una delle poche materie prime di cui il nostro paese è ancora dotato: l’intelligenza.

Se volete offrire la vostra solidarietà  a Luigi e agli altri dipendenti della CNX o segnalare i fatti alle testate giornalistiche utilizzate questa pagina o scrivete a [email protected]

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