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Una questione di stile: quando lo shareware si difende da solo

Una delle maggiori forze della piattaforma Mac Os X è il mondo dello shareware. Al di là  dei grandi nomi, che producono applicazioni spesso utilizzate in ambiente aziendale o professionale, c’è una moltitudine di piccoli programmatori che rendono realmente grande i prodotti di Apple creando software con un grandissimo valore aggiunto.

Sono loro la vera arma segreta di Cupertino, un popolo di programmatori che non ha rinunciato a innovare nel mondo Mac neanche quando la tecnologia del sistema operativo è cambiata radicalmente. Anzi, hanno preso il toro per le corna e cominciato a programmare con rinnovato vigore nel mondo di ObjectiveC, Cocoa, magari Java, esaltando le possibilità  del Mac.

Però questo enorme ecosistema di sviluppatori, autentico vanto della piattaforma Mac perché superiore in proporzione sia al mondo Windows che Linux (soprattutto per creatività ) è a rischio. La formula dello shareware – assolutamente compatibile con il mondo Open Source – serve a fare in modo che si possano usare praticamente tutte le funzionalità  di un programma per un certo periodo di tempo (e anche per sempre, alle volte), in cambio del rispetto delle regole e della fiducia.

Barare, cioè far ricorso a copie pirata dei codici seriali che normalmente si ottengono pagando pochi soldi (dieci dollari? venti dollari?) permettono a centinaia di sviluppatori di proseguire il proprio lavoro, pagare le bollette, vivere e programmare, proprio come loro desiderano e soprattutto noi desideriamo.

Ecco perché c’è una lotta serrata ma sotterranea tra questo mondo e quello dei pirati che “spacciano” codici seriali o altri sistemi per sbloccare le applicazioni. Con database dei codici rubati che vengono, di versione in versione, aggiornati per non consentire più l’attivazione delle applicazioni facendo conto sui numeri contraffatti.

Una delle risposte più simpatiche e interessanti, in questo senso, viene da un piccolo software alquanto interessante, come ci segnala un lettore. Che ha scoperto il messaggio di riposta nel caso venga tentato di inserire un seriale “usato”.

Recita la scritta: “Questo numero di registrazione non è valido. E’ un numero contraffatto. Noi non sappiamo come lo avete ottenuto; vi chiediamo semplicemente di rispettare la legge”.

Ma la parte più interessante è quella che segue, scritta in piccolo: “La contraffazione è un’attività  seria che colpisce lo sviluppo economico delle aziende. Se volete contraffare la registrazione a causa del suo prezzo, scriveteci per ottenere una licenza a un costo più basso. Preferiamo farvi lo sconto sul prezzo che vedere i nostri prodotti usati in maniera illegale”.

Non è un caso se stiamo parlando di programmatori Mac e non Windows. Signori, se questa non è classe…

nocrack

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