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Vedo, prevedo e stravedo (2)

Revisione di iPod: 40%
iPod è sicuramente il prodotto più riuscito e interessante tra quelli prodotti da Apple nel corso degli ultimi anni. L’impressione è che Cupertino punti su di esso per mantenere un vantaggio strategico nei confronti della concorrenza e per farlo deve in continuazione aggiornarlo con nuove funzionalità  e nuovi contenuti tecnologici. Uno schermo a colori, ad esempio, e un nuovo software in grado di gestire anche le immagini e il video potrebbero trasformarlo in quel “coso” di cui dicevamo sopra, che sta ad iMovie e magari ad iPhoto come l’iPod originale sta ad iTunes. Se poi, magari, ci fosse anche un connettore “snap on” per un modulo macchina fotografica digitale opzionale del tipo di quelle che vediamo connesse ai telefoni cellulari (come il t68i di Sony Ericsson), l’iPod diverrebbe qualche cosa di eccezionalmente flessibile e appetibile per una vasta fetta del mercato. Ma sia che l’iPod sia destinato ad una piccola modifica sia che venga rivoluzionato nutriamo qualche dubbio che questo accada al Macworld.

Update di eMac:45%
L’eMac (se si esclude qualche piccolo ritocco come il masterizzatore DVD) di fatto è lo stesso per dotazione e specifiche che abbiamo visto per la prima volta lo scorso mese di maggio. Apple normalmente rinnova le sue macchine ogni sei mesi, siamo quindi già  oltre il tempo massimo. La macchina, inizialmente studiata per il mondo educational ma oggi commercializzata anche nei normali canali distribuitivi, potrebbe ottenere un processore da 1 GHz e HD di dimensioni più generose portando alla scomparsa della datata versione da 700 Mhz. Resta però il dubbio che un upgrade dell’eMac abbia più senso a febbraio o marzo, quando le scuole iniziano a pianificare gli acquisti per l’anno successivo e che un aggiornamento nel contesto del Macworld abbia poco senso oltre che essere a rischio di “soffocamento” da parte di altri annunci più rilevanti.

Nuovi monitor: 50%
La gamma dei monitor di Apple è decisamente invecchiata. Il 17 pollici ha quasi due anni; il cinema display 22′ più di tre e per giunta interferisce nel prezzo e nel target di mercato con il 23 pollici che costa molto di più e offre poco di più. Infine manca un modello da 19/20 pollici, attualmente il formato più richiesto sul mercato. Una revisione della gamma, già  impellente, da diverso tempo appare oggi indispensabile e il Macworld potrebbe essere il momento adatto per presentare una nuova gamma di display. Apple, però, potrebbe essere frenata dalla concorrenza delle terze parti che riescono sempre più a proporre prodotti competitivi e a costi inferiori, catalizzando l’interesse del mondo Mac e ritardando il recupero dei costi di ingegnerizzazione. Non è da escludere, quindi, che Apple possa semplicemente “razionalizzare” la gamma, magari cancellando il 22 pollici senza introdurre nulla di nuovo. L’ipotesi opposta potrebbe essere una rivoluzione con un 17 pollici “wide”, un nuovo 19 pollici con ratio 16:9 e un abbassamento del prezzo del 23 pollici con la conseguente cancellazione del 22 pollici. Si può persino arrivare a pensare ad un modello da 30 pollici, un formato che sta prendendo piede in alcuni settori molto specializzati del videoediting. Comunque sia l’impressione generale è che qualche cosa nel mondo dei monitor Apple accadrà  presto anche se non si può dire con certezza che sarà  a San Francisco.

Nuove Base Station e nuove schede Airport: 60%
Apple è stata la prima grande casa produttrice di computer a lanciarsi sul mercato del wireless ma da allora poco (per quanto riguarda la Base Station) o nulla (per le schede Airport) è cambiato sotto il profilo della tecnologia. I prezzi invece sono oggi completamente fuori mercato rispetto alla concorrenza che presenta prodotti sostanzialmente equivalenti a costi molto più bassi. Apple per restare competitiva ma anche per stimolare le vendite alla sua base di utenza deve inventarsi qualche cosa di nuovo oppure abbassare i prezzi. L’ipotesi più probabile è che scelga la prima opzione. In questo caso una Base Station e una PC Card “multimode” con Bluetooth incorporato, ammesso non esistano problemi di convivenza dei due standard, potrebbero essere un’ottima idea. Se poi fosse anche compatibile con il mondo PC sarebbe addirittura un’idea eccezionale perché farebbe leva sulla voglia di wireless che impera su tutto il fronte consumer. Ci pare più difficile che nel suo sforzo di innovazione Apple possa arrivare a proporre sistemi basati su IEEE 803.11g. Nonostante lo standard sia appetibile per la retro-compatibilità  con l’attuale IEEE 803.11b e per la velocità  (cinque volte superiore) a quella attuale, il rilascio di dispostivi compatibili con questo sistema viene giudicato ancora di là  da venire. La commissione che sovrintende all’omologazione dello standard non ha ancora fissato tutte le specifiche, ma solo fornito un’approvazione di massima rinviando a maggio per le specifiche finali e Texas Instruments, uno dei maggiori produttori di chipset IEEE 803.11b, ha stabilito per fine gennaio o inizio febbraio l’inizio della produzione in serie delle componenti necessarie per hub e schede di ricezione. Se Apple fosse davvero ansiosa di battere la concorrenza potrebbe seguire la strada di Buffalo Technology, che ha recentemente presentato un prodotto IEEE 803.11g con chip “flashabile” e quindi adatto ad essere messo a norma quando in primavera saranno presentate le specifiche finali, ma pare più logico pensare che Cupertino possa unirsi al carro di Cisco e Proxim che attenderanno la primavera per lanciarsi su questo mercato.

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